Cosa sono oggi i Wagner. E ora arriva l’Africa Corps
L’agenzia stampa russa Africa Initiative, agenzia tematica sull’Africa nata a ottobre su iniziativa dell’uzbeko 39enne Viktor Lukovenko, legato prima a Prigozhin e poi al Cremlino, ha pubblicato un resoconto della battaglia di Tinzawatène, villaggio a 230 chilometri a nord-est di Kidal, nord del Mali, in cui decine di mercenari Wagner hanno perso la vita e molti altri sono finiti ostaggi dei ribelli tuareg dell’Azawad. Citando una “fonte vicina all’amministrazione presidenziale russa”, l’agenzia scrive che i fatti di Tinzawatène potrebbero “porre fine alla presenza di formazioni di volontari russi nei tre paesi del Sahel e accelerare lo spiegamento del contingente Africa Corps del ministero della difesa. Alla fine, porterà alla sostituzione definitiva dei volontari con formazioni regolari russe”. Un piano che è nelle mire del Cremlino da almeno due anni.
IL GRUPPO OPERA ANCORA, autonomamente, in diversi scenari africani, nonostante le ambizioni del Cremlino: dopo la morte di Evgenji Prigozhin era chiaro che il ministero della difesa voleva farsi carico della maggior parte dei progetti africani della Wagner, un vero tesoro economico (numerose aziende diamantifere e aurifere), geopolitico (i Paesi africani votano all’Onu) e di immagine (la forza e la retorica delle armi e degli eroi).
Da settembre a dicembre 2023, il vice ministro della difesa Yunus-Bek Yevkurov ha effettuato diversi viaggi in Siria e in almeno una decina di Paesi africani, con l’obiettivo di «stabilire un nuovo formato di interazione dove in precedenza il sostegno politico-militare veniva fornito attraverso compagnie militari private». Yevkurov ha lavorato attivamente con i colonnelli delle giunte militari di Mali, Niger e Burkina Faso e nel frattempo, a Mosca nasceva l’Africa Corps, sempre su iniziativa di Yevkurov, mentre su Telegram iniziava una campagna di reclutamento come non si vedeva da tempo. Dopo Yevkurov è stato il turno del ministro degli esteri Sergei Lavrov, che è stato in Guinea (giunta militare), Burkina Faso (giunta militare), Repubblica del Congo (dittatura) e Ciad (giunta militare a seguito di elezioni).
Nell’ultimo anno il tema Wagner è rimasto nascosto ma aperto: dopo la morte di Prigozhin, i suoi “musicisti” (così si chiamano i Wagner tra loro) si sono divisi in almeno cinque gruppi, uno allineandosi alla Guardia nazionale russa, due operano oggi come piccole organizzazioni specializzate sotto l’ombrello della compagnia Redut Pmc, controllata dalla difesa e dai servizi russi (in particolare il Gru, i servizi militari), il quarto ha subito una maxi-operazione di rebranding e oggi si fa chiamare Africa Corps.
REDUT È UN OMBRELLO comprendente circa 20 compagnie private, tutte controllate della difesa russa: dopo l’inizio dell’invasione in Ucraina, il Gru ha creato una rete di formazioni mercenarie a immagine della Wagner, unite poi sotto il marchio Redut Pmc: tra il 15 e il 18 giugno sono stati trasferiti a Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, gli Orsi, l’81esima brigata di volontari Spetsnaz, come parte del contingente Africa Corps. Si tratta di una struttura semi-formale della difesa russa, controllata completamente dal Gru, che già in passato, in Siria, è stata utilizzata per armare il gruppo Wagner e facilitare loro la logistica in una condizione di “semi-formalità”, che concede una certa autonomia di movimento sfruttata per avere vantaggi in termini di reclutamento, flessibilità e capacità di attingere risorse. Forze speciali di Orsi, Lupi, Tigri, formazioni cosacche di Listan e Skif, unità di volontari, brigate armate religiose come la San Giorgio, distaccamenti Troy e formazioni di Veterani, il panorama delle società private mercenarie russe è esploso dopo la morte di Prigozhin.
IL QUINTO GRUPPO di ex-Wagner è rimasto intatto e ha il suo quartier generale in Repubblica Centrafricana (Rca): troppo grande per fallire. In Rca Wagner ha potuto mantenere intatta la propria struttura grazie a Pavel Prigozhin, 28 anni, il figlio che ha rilanciato i progetti africani più remunerativi. Oggi il gruppo Wagner vanta abuilità diplomatiche (ha annunciato di aver mediato l’accordo Centrafrica-Ciad per la riapertura di alcuni posti di confine) e molti ex combattenti Wagner rimangono attivi anche in Libia e Sudan, dove hanno contratti pubblici e privati per garantire la sicurezza, e in Mozambico.
La community dei musicisti, su Telegram, resta il luogo dove si incontrano in vita. La retorica del superuomo è dove si rincontrano in morte.
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