Contro-società autonome e solidali. Tra comizi, letture, teatro e canti
SAGGI «Pane e rivoluzione. L’anarchia migrante (1870-1950)», un volume di Antonio Senta per Elèuthera
SAGGI «Pane e rivoluzione. L’anarchia migrante (1870-1950)», un volume di Antonio Senta per Elèuthera
Come un fiume carsico il pensiero libertario scorre nella storia della lotta al potere, forgiando e alimentando la resistenza degli oppressi alla schiacciante forza degli oppressori. Nel libro di Antonio Senta Pane e rivoluzione. L’anarchia migrante (1870-1950) edito da Elèuthera (pp. 200, euro 17), le gambe della Storia, cioè la dimensione geografica e quella cronologica, incrociano l’orizzonte delle lotte libertarie.
I percorsi e le storie non conformi di libertari e libertarie di lingua italiana sono raccontati attraverso l’espansione, la presa e la crescita dell’ideale socialista tra la forza lavoro italiana emigrata in cerca di miglior vita. L’internazionalismo transnazionale che segna le peregrinazioni dei pensatori anarchici illumina il contributo fondamentale dato dagli esuli anarchici Italiani all’organizzazione della solidarietà internazionale dei lavoratori.
IL PERIODO analizzato, 1870-1950, illumina un momento centrale per lo sviluppo e la ramificazione del socialismo libertario nel mondo: sindacati rivoluzionari, società di mutuo soccorso e cooperative del lavoro proliferano in ogni continente; dalle sponde del Rio della Plata fino a Sydney. Pietro Gori, Errico Malatesta, Luigi Galleani, Clelia Premoli, Carlo Tresca, Emma Mennocchi, sono solo alcuni dei nomi delle donne e degli uomini impegnati nella diffusione delle idee rivoluzionarie fra braccianti e operai.
I profili biografici tracciati da Senta in ogni capitolo sono una diretta testimonianza dell’impegno umanitario portato avanti da una galassia organizzativa orizzontale, non gerarchica e sempre lontana dal potere. Sono gli anarco-sindacalisti come Carlo Tresca a organizzare i minatori e i cavatori italiani negli Stati Uniti, dando vita a imponenti scioperi a San Francisco, Seattle e Paterson. Nel 1913 a New York sono le lavoratrici siciliane impiegate nel settore tessile a organizzarsi e organizzare uno sciopero dove in venticinquemila, provenienti da tutta Europa, incrociano le braccia.
L’ATTIVITÀ LIBERTARIA si dirama in terre inaspettate, come la Tunisia o l’Egitto: ad Alessandria viene inaugurata dagli italiani nel 1876 una sezione della prima internazionale per la diffusione di idee anarchiche e socialiste da propagare attraverso i porti egiziani verso il mediterraneo. Grande protagonista nella diffusione del pensiero libertario è l’oralità: comizi, letture, teatro e canti hanno affiancato tra otto e novecento riffe, picnic, raccolte fondi e feste, mettendo in luce l’imprescindibile elemento della convivialità come collante sociale.
Sono delle vere e proprie contro-società autonome e solidali che si vanno sviluppando all’interno della comunità di lingua italiana per diffondere una rinnovata pedagogia della libertà.
A sottolineare l’importanza dell’elemento sociale e conviviale ogni capitolo si apre con una composizione del grande Woody Guthrie. Il volume rende giustizia a un pensiero a lungo messo violentemente in ombra, sempre soffocato da ogni governo e dalla sinistra stessa, che troppo a lungo ha disconosciuto il pensiero libertario.
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