Conte e Schlein al congresso di Area, anche sulla giustizia due idee diverse
Freddezza tra il leader 5S e la segretaria Pd. Interviene Nordio: «Le intercettazioni? Su terrorismo e mafia non si tocca nulla»
Freddezza tra il leader 5S e la segretaria Pd. Interviene Nordio: «Le intercettazioni? Su terrorismo e mafia non si tocca nulla»
Concordi sul fatto che il governo Meloni stia mostrando una certa ostilità verso la magistratura, ma per il resto Giuseppe Conte ed Elly Schlein sembrano avere due idee abbastanza diverse di giustizia, forse non del tutto incompatibili tra loro, anche se è ancora presto per dirlo.
Al congresso palermitano di Area Democratica per la Giustizia il leader del M5s e la segretaria del Pd arrivano in due momenti diversi della mattinata e si salutano in maniera piuttosto formale con un bacio e una stretta di mano. Tutto qui.
Che sia in atto uno scontro (per ora a bassa intensità) tra governo e magistratura è un fatto che non avrebbe bisogno delle conferme di Schlein e Conte, in ogni caso questa evidenza fornisce a entrambi una base comune: è il vantaggio di stare all’opposizione. Ha poco senso, dunque, l’uscita di Enrico Costa (Azione) che parla di trasformazione di Area da corrente della magistratura a partito del prossimo venturo campo largo, che ancora non c’è e certo non si è saldato a Palermo.
Conte, nel suo intervento, è andato giù duro come uno schiacciasassi contro Meloni, difendendo il suo esecutivo (il secondo, quello giallorosso) e rilanciando alcuni temi classici del pensiero grillino in materia di giustizia.
«Credo che il ministro Nordio abbia una postura sbagliata nei confronti della magistratura e sorprende perché lui è un magistrato di lungo corso. Questa nuova stagione di tensione è ancora una volta fondata sul falso concettuale».
Da qui l’elenco: «Il governo vuole colpire l’obbligo dell’azione penale», «gli esperti hanno smentito quello che dice il governo sulle intercettazioni» perché «spesso quelle irrilevanti sono decisive in un’indagine» e cambiarle significa «schiaffeggiare i diritti delle vittime». E ancora: «vogliono abolire l’abuso d’ufficio per alterare le maglie dei controlli», «nella legge di bilancio non c’è nemmeno un euro per rafforzare gli uffici giudiziari» mentre «mancano almeno 1.500 magistrati». Applausi dalla platea.
«Questa maggioranza mostra insofferenza verso tutto ciò che non controlla – ha detto la segretaria del Pd -. Nordio ha più volte annunciato un cantiere di riforme organiche, ma alle parole non sono seguiti i fatti, e vedendo l’approccio della maggioranza verrebbe da dire per fortuna. Abbiamo assistito a spot, decisioni di corto respiro, dannose». E, al momento del climax ascendente di questioni sul tavolo, i magistrati di Area hanno più volte interrotto Schlein con i loro applausi: dal caso Regeni («Politica e diplomazia non sono riuscite o forse non hanno nemmeno provato a portare a processo gli assassini») fino alle ultime sentenze sulla strage di Bologna («Non accetteremo mai che qualcuno provi a riscrivere la storia»), passando per la definizione di un governo «duro con gli ultimi e lassivo verso i reati dei colletti bianchi» e per il tema della violenza maschile contro le donne, con il Pd che sarebbe anche disposto a discutere con la maggioranza. Il refrain, scandito più volte, ha puntato sulla «torsione autoritaria» con cui il governo condisce ogni suo provvedimento: «Si insiste sempre sulla repressione e per nulla sulla prevenzione».
E se Conte è andato via dal congresso a metà mattinata, Schlein si è trattenuta fino all’ora di pranzo, scambiando chiacchiere con i magistrati e sfuggendo di continuo al codazzo di cronisti che l’ha inseguita sin quasi dentro al bagno di Palazzo Chiaramonte-Steri.
Prima del confronto a distanza tra Pd e 5s, è intervenuto anche il ministro Nordio, con un discorso che, per lunghi tratti, è andato avanti a braccio, tra riferimenti ad Anatole France (autore molto caro al guardasigilli, che infatti lo cita di continuo), la difesa dei provvedimenti del governo e una serie di rassicurazioni che non hanno convinto granché i convitati di Palermo. «Per me sarebbe un’eresia pensare che la magistratura possa finire sotto il controllo del potere esecutivo». Infine l’ennesimo annuncio: «Le intercettazioni? Su terrorismo e mafia non si tocca nulla, anzi stiamo progettando una serie di interventi perché oggi le organizzazioni criminali comunicano con mezzi che non siamo in grado di intercettare».
Il progetto di riforma – che prima o poi forse arriverà – comincia ad assumere i contorni dell’Everest, con una quantità incredibile di idee, spunti e ipotesi di lavoro al suo interno. La risposta a questo gigantismo la dà a un certo punto il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia: «Sono anni che assistiamo a riforme della giustizia. Credo che qualunque sistema abbia bisogno di assestarsi prima di cambiare per l’ennesima volta. Servirebbe una sorta di fermo biologico». Il congresso di Area andrà avanti ancora nella giornata di oggi con la definizione delle varie mozioni. Nei prossimi giorni, infine, i magistrati iscritti alla corrente si esprimeranno attraverso il voto telematico.
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