Lo scorso 5 dicembre, mentre a Padova si celebravano i funerali di Giulia Cecchettin, a sud dello stivale, nella città di Catania, veniva sgomberato uno spazio che la violenza contro le donne la combatte quotidianamente da anni.

Si tratta del consultorio autogestito “mi cuerpos es mio” nato in un immobile abbandonato in via Gallo e restituito alla fruizione collettiva sotto forma di spazio contro la violenza di genere ma anche per studenti e studentesse rimasti fuori dalla casa per lo studente dell’università di catania.

“Ieri sono stati sgomberati due progetti fondamentali per la città: lo studentato e il consultorio autogestito. Il primo nasce nel 2018 come risposta alla mancanza di posti letto all’interno dell’università di Catania e da un tetto a 12 studenti e studentesse che possono usufruire in maniera gratuita delle stanze a disposizione. Il secondo, nato nel 2020, è un punto di riferimento in città per il contrasto alla violenza di genere ma anche di sostegno alla salute e cura collettiva”, spiega Laura Torrisi, membra del consultorio autogestito.

Lo spazio del consultorio è sempre stato un ponte tra gli abitanti del territorio e il sistema sanitario pubblico siciliano, ben più carente del resto d’Italia. Gli unici consultori presenti a Catania sono in deficit rispetto al numero di abitanti.

Al momento vi sono solo 13 consultori di cui appena tre funzionanti a causa della mancanza di personale. La Sicilia è, inoltre, la regione d’italia con il più alto tasso di obiettori di coscienza e di conseguenza anche di aborti illegali.

Su 57 reparti di ostetricia e ginecologia presenti sull’isola solo 31 effettuano ivg e la ru486 è disponibile solo in ospedale, mentre nella città di Catania l’ivg farmacologica non è disponibile in nessun ospedale. All’interno di questo quadro il consultorio autogestito “mi cuerpos es mio” svolgeva una funzione sia di accompagnamento all’aborto, in modo da non far mai sentire sole le donne che intraprendono questo percorso non facile, ma anche di informazione su dove e come fare le visite per poter abortire.

Lo spazio ha sempre ospitato, inoltre, un presidio contro la violenza di genere: “Avevamo un punto di ascolto – racconta Torrisi – uno di  reindirizzamento alla rete di mediche, avvocate, tecniche ed esperte del codice rosso per permettere alle donne di entrare nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza. Facevamo anche da supporto all’indipendenza economica di donne vittime di violenza e aiuto psicologico grazie a psicologhe specializzate”.

Per ultimo “mi cuerpos es mio” si occupa dell’educazione sesso-affettiva e al consenso nelle scuole attraverso incontri in cui la violenza viene narrata non come qualcosa di isolato ma di strutturale. Durante questi incontri, spiega Torrisi, sono stati esplicitati più volte episodi di violenza che poi abbiamo trattato noi nel consultorio autogestito.

foto dell'ingresso del consultorio di Catania mi cuerpos es mio
Il consultorio di Catania mi cuerpos es mio

A rendere chiara l’importanza di questo spazio è stata la grande partecipazione all’assemblea pubblica organizzata in seguito allo sgombero di ieri. Duecento persone tra singoli e presenze istituzionali si sono riunite in piazza per decidere come portare avanti il progetto.

Nonostante lo sgombero al momento gli sportelli di primo ascolto e l’attività di consultorio non si sono fermati. “Noi ogni giorno abbiamo dai tre ai sette sportelli, non potevamo permetterci di fermarci. Credono che noi giochiamo ma qui si tratta della vita delle persone”, conclude Lara Torrisi.

Adesso il locale del consultorio resta sotto sequestro in attesa di essere restituito all’Ente “Biblioteche Civica Ursino Recupero”, del cui Cda è presidente il sindaco di Catania, Enzo Tarantino.

Chi lo spazio dello studentato e del consultorio però lo viveva, non è disposto a rinunciarci. Da martedì è in corso un presidio permanente davanti all’immobile e oggi ci sarà un corteo che da via Etnea sfilerà davanti al comune per chiedere un tavolo di confronto con i componenti del consiglio di amministrazione dell’ente.