A quasi tre anni dall’inizio della crisi migratoria al confine tra Polonia e Bielorussia e l’arrivo di un nuovo governo liberale guidato dal premier Donald Tusk, i respingimenti di richiedenti asilo da parte dei militari di Varsavia continuano: lo conferma un filmato realizzato da una ong polacca che mostra uomini in mimetica portare di peso una donna «presumibilmente priva di sensi» al di là della recinzione, in territorio bielorusso.

Il video, realizzato dai volontari di Poph – Podlaskie Ochotnicze Pogotowie Humanitarne, è accompagnato da una ricostruzione della vicenda di Agata Kluczewska: «Con i colleghi stavamo monitorando la zona intorno alla località di Wygon, nella foresta di Bialowieza, al confine orientale della Polonia con la Bielorussia, quando abbiamo avvistato un gruppo di circa 40 persone, tra cui più di dieci minori».

SECONDO l’attivista di Poph, «cinque migranti del gruppo, tre donne e due uomini, erano privi di sensi o giacevano immobili a terra. Ciò ci ha spinto a chiedere aiuto alle autorità polacche, che hanno portato in ospedale un uomo con una lesione spinale, ma hanno spinto indietro altri quattro, tra cui la donna del video, costringendoli ad attraversare la recinzione». Quanto alla giovane donna, una volta accertato che ancora respirava, «è stata lasciata oltre la barriera sebbene avesse problemi cardiaci».

A dicembre scorso il governo guidato dal partito di destra conservatore e nazionalista Diritto e giustizia (Pis) è stato sconfitto alle urne, lasciando il posto a Piattaforma Civica (Po) guidato dall’ex presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. Pur collocandosi nel centrodestra, il Po ha una vocazione europeista e liberale e in campagna elettorale aveva espresso qualche debole apertura sul tema dei respingimenti dei migranti alle frontiere, dopo che il Pis aveva sigillato gli oltre 700 chilometri erigendo una barriera di pali metallici, telecamere termiche, filo spinato, sensori di movimento nel terreno e persino “gabbie” in cui collocare i profughi sorpresi in Polonia “in attesa” di disposizioni: vale a dire, respingimento in Bielorussia oppure collocamento nei centri di detenzione. Ma sin da subito ha prevalso la retorica antimigratoria, come riferisce Bartek

Rumienczyk della rete Grupa Granica spiega: «Tusk suona sempre più forte i tamburi di guerra, spaventando i polacchi con la minaccia che dovrebbe nascondersi dietro la recinzione sul lato bielorusso. Ma dal 2021 conosciamo perfettamente la violenza delle guardie di frontiera bielorusse, che picchiano, derubano, violentano e persino minacciano di morte coloro che tentano di attraversare il confine con la Polonia».

La questione è legata al conflitto ucraino e la tesi è che la Russia, tramite l’alleato Minsk, voglia destabilizzare la Polonia anche utilizzando i profughi in arrivo da Africa, Asia e Medio Oriente. Secondo Grupa Granica, da quando Tusk è salito al potere, la polizia di frontiera polacca ha respinto più di 1.771 persone. Il gruppo ha ricevuto 838 richieste di aiuto, di cui 73 da donne, 64 da bambini e 31 da minori non accompagnati. L’associazione riferisce inoltre che 46 persone sono state ricoverate in ospedale, 25 sono risultate scomparse e per cinque di loro è stata confermata la morte.

LA PROPAGANDA di governo denunciata da Rumienczyk trova conferma nell’annuncio del governo, la scorsa settimana, di una Commissione per monitorare le infiltrazioni di «spie russe» e poi di un piano da 2,4 miliardi di euro per uno «Scudo orientale» al confine: campi minati, bunker, ostacoli anticarro e persino sorveglianza satellitare per dissuadere ogni possibile «attacco al fianco est». Invitati a coordinare il sistema anche i Paesi baltici. Ma per un progetto così costoso Varsavia ha chiesto all’Unione europea aiuti economici, impresa non facile: non solo la Polonia è firmataria della Convenzione di Ottawa contro le mine antiuomo, ma potrebbe ricevere critiche poiché su quelle mine potrebbero saltare in aria proprio i profughi.

Rumieńczyk di Grupa Granica conclude: «Il video dei respingimenti mostra bene la minaccia di cui parla Tusk, stigmatizzata anche dai politici europei: una donna trascinata come un cadavere da nascondere. È così che si deve comportare uno Stato europeo?».