Con le elezioni Conte rilancia sul reddito di cittadinanza
Il caso La proposta di legge regionale in Campania presentata dai Cinque Stelle con Conte e l'ex presidente della Camera Roberto Fico. Il presidente della regione Vincenzo De Luca è apparso critico ma ha aperto a un «reddito di inclusione». L'attacco di Fratelli d'Italia: «Conte pifferaio, spaccia metadone di Stato». La replica: «Delirano». E da sinistra il «Comitato di scopo regionale» ha presentato un'altra proposta di «Misura integrativa»: «No a misure pro imprese, serve una mobilitazione»
Il caso La proposta di legge regionale in Campania presentata dai Cinque Stelle con Conte e l'ex presidente della Camera Roberto Fico. Il presidente della regione Vincenzo De Luca è apparso critico ma ha aperto a un «reddito di inclusione». L'attacco di Fratelli d'Italia: «Conte pifferaio, spaccia metadone di Stato». La replica: «Delirano». E da sinistra il «Comitato di scopo regionale» ha presentato un'altra proposta di «Misura integrativa»: «No a misure pro imprese, serve una mobilitazione»
Duecento milioni di euro dal bilancio della Regione Campania per finanziare un «reddito di cittadinanza» per una platea potenziale di 250 mila «occupabili» esclusi dal governo Meloni dall’«assegno di inclusione» e da complementare «sussidio per la formazione e il lavoro». Lo prevede una proposta di legge regionale presentata ieri nell’aula consiliare del Complesso Monumentale di Santa Maria la Nova a Napoli dal presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, i consiglieri regionali Saiello, Cammarano e Ciampi, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi (Pd), l’ex presidente della Camera Roberto Fico e il vicepresidente della Camera Sergio Costa.
LA PROPOSTA ripristina il «reddito di cittadinanza», abolito dal governo attuale, che associa impropriamente una misura teoricamente universale a una «politica attiva del lavoro» definita «percorso di inclusione attiva». Il percorso ipotizzato sarà «obbligatorio, a pena di decadenza dal beneficio» e mirerà a fare acquisire «a ciascun componente del nucleo familiare» «competenze professionali per l’assunzione» attraverso «l’incrocio tra la domanda e l’offerta di lavoro». La misura sarà rivolta a «soggetti attivabili al lavoro» tra i 18 e i 59 anni, e prevede tre passaggi: l’accesso, l’assistenza e l’«inclusione attiva».
L’ASSEGNO sarà in una prima fase di 400 euro mensili a persona, a cui si sommeranno in un’altra fase 200 euro per ogni componente del nucleo familiare nel momento di un tirocinio o di un apprendistato, con un contributo all’impresa in base al tipo di contratto. Si tratta di un aiuto superiore a quello previsto dal «supporto la formazione e al lavoro» che dura un anno e risponde a parametri fiscali più ristretti. La proposta impegna la regione a individuare le risorse da fondi nazionali ed europee. «Fondi che non basterebbero a coprire tutta la misura – ammettono i proponenti – ma che consentirebbero di coprire ampi bisogni».
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Andrea Fumagalli: «L’alternativa c’è: separare il reddito dalle politiche attive del lavoro»IL FUTURO della proposta sembra essere in salita. Il presidente della regione Vincenzo De Luca ha denunciato «iniziative propagandistiche» nell’affrontare il tema della povertà in una regione con il maggiore numero di beneficiari, e dunque di esclusi, dai sussidi contro la povertà. Lo stesso De Luca ha però parlato di un «reddito di inclusione». Una misura analoga, cara al Pd, in vigore prima del «reddito di cittadinanza». Preferita perché coinvolgerebbe di più gli enti locali. «De Luca non ha chiuso del tutto le porte – ha detto ieri Giuseppe Conte – penso che bisogna lavorare nella stessa direzione. A lui e alla maggioranza faccio appello affinché venga approvata. Non facciamo propaganda, la proposta è concreta e sostenibile». Per Roberto Fico la proposta di legge non è «una forma di assistenzialismo», ma un «investimento» per «lo sviluppo». «Il lavoro però non si crea in un giorno, lo si crea in 5-10 anni, per ora le persone vanno subito aiutate». Significativa è stata la presenza all’iniziativa dei Cinque Stelle di Gaetano Manfredi, sindaco della città partenopea- Adesso c’è una proposta che ha un senso, bisogna coniugarlo con le disponibilità di bilancio».
«NON VOGLIO credere – ha detto Fulvio Martusciello (Forza Italia) – che Fico e Conte si siano scomodati per prendere in giro i cittadini campani proponendo una misura irrealizzabile. Credo che se lo affermano, realmente ci sono 200 milioni di spesa libera nel bilancio regionale e non vogliano fare campagna elettorale sulla pelle dei meno abbienti. Invito ad andare subito in aula fino all’approvazione del provvedimento. Ecco i nostri voti». Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, e alleato di Forza Italia, ha però attaccato l’iniziativa di Conte definendolo «pifferaio stregone» che «spaccia il metadone di Stato. Campagna elettorale che vai, slogan populista che trovi». «Un delirio – gli ha risposto Michele Gubitosa, vicepresidente Cinque Stelle – Le truffe sono solo l’1,68%. Il governo fa cassa sui poveri mentre salva le banche. Un bel tacer non fu mai scritto».
QUELLA DEI CINQUE STELLE non è l’unica proposta sul reddito in Campania. Il Comitato di scopo regionale per l’istituzione di una misura integrativa, composto tra gli altri da Rifondazione, Pci, Cobas, associazioni come Manifesta o Città delle donne, ha raccolto le firme e, tramite la consigliera del gruppo misto Mari Muscarà, le ha depositate in regione. «Nella nostra proposta – scrivono in una nota – prevale l’aspetto della politica sociale, è più vicina al “Reddito di dignità” in vigore in Puglia. In quella dei Cinque Stelle c’è un’impostazione workfarista». Quanto a De Luca «è contrario al reddito di cittadinanza. Ci rendiamo conto che lui si esprime così perché è ancora debole la mobilitazione sociale -ha aggiunto il comitato su Facebook – . Invitiamo i 5 Stelle a favorirne lo sviluppo invece di fare proposte di legge che, in buona misura, rappresentano incentivi monetari alle imprese private seppur indiretti
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