I regali avvelenati della legge elettorale più pazza del mondo sono i voti del Mezzogiorno che servono a eleggere i deputati del Nord, sono gli spostamenti di seggi da un collegio a l’altro e, in cinque casi, anche da una circoscrizione elettorale a un’altra così alterando il rapporto tra popolazione e rappresentanti e infine è un regalo (soprattutto per lei) anche l’imprevedibile elezione di una candidata uscita sconfitta nella sfida maggioritaria. Lì dove passa solo il primo, Elisa Scutellà dei 5 Stelle era arrivata seconda nel collegio uninominale di Catanzaro. È stata ripescata ugualmente grazie all’infernale flipper del Rosatellum. Ma vediamo con ordine, leggendo dal verbale dell’ufficio elettorale centrale della Cassazione che ieri ha chiuso i conteggi.

Per il complicato meccanismo delle liste deficitarie ed eccedentarie che abbiamo altre volte spiegato, ovunque, tranne che in due circoscrizioni (su 28), Campania 2 e Sicilia 1, c’è stato uno spostamento di seggi all’interno della circoscrizione tra collegio e collegio. La rappresentanza di alcune provincie è stata penalizzata a vantaggio di altre. La Cassazione ieri ha validato quanto già deciso dalle commissioni circoscrizionali, ma ha aggiunto altri tre spostamenti questa volta da circoscrizione a circoscrizione cioè da una Regione a un’altra. Fratelli d’Italia non avendo altri candidati eleggibili in Veneto ha recuperato il seggio nella circoscrizione Lazio 2: da Belluno a Latina. L’exploit dei 5 Stelle a Napoli e provincia ha richiesto lo spostamento di due seggi dalla circoscrizione Campania 1: alla Lombardia 2 – con i voti di Napoli si è eletta una deputata a Bergamo – e alla Lombardia 4 – si è eletta cioè un’altra deputata 5 Stelle a Brescia, sempre con i voti di Napoli. Il risultato è che nel complesso Milano e provincia mandano alla camera dei deputati 25 rappresentanti (tra proporzionale e uninominale) e Napoli e provincia 18 (tra proporzionale e uninominale), con appena 700mila abitanti di differenza (a favore di Milano). Colpa soprattutto dell’infernale meccanismo del Rosatellum, ma in questo caso specifico anche delle tante pluricandidature di Giuseppe Conte, paladino del Sud che però a conti fatti è risultato eletto in Lombardia e – avendo sottratto un posto nel listino proporzionale – ha attratto in Lombardia anche un seggio della Campania.

Il successo dei 5 Stelle concentrato in alcune zone del Mezzogiorno e il conseguente fenomeno delle liste «incapienti», cioè senza più candidati da eleggere, ha prodotto anche il caso più strano di queste elezioni, quello di Elisa Scutellà, risucchiata alla camera dalla doppia elezione dell’ex procuratore nazionale antimafia Cafiero De Raho e dall’esaurimento della lista dei candidati 5 Stelle in Calabria. Sconfitta nella sfida uninominale da una candidata di Fratelli d’Italia, Scutellà ha però vinto lo stesso il seggio alla camera. Per mancanza di alternative.