Cinque fa anni fa il centrodestra aveva conquistato 8 città, Pd e alleati solo 5. L’equilibrio potrebbe ribaltarsi nelle urne che si aprono oggi e domani in 595 comuni, di cui 13 capoluoghi.

Le città dove si giocano le sfide più importanti sono Brescia, Ancona, Vicenza, Siena e Pisa. Le prime due escono da giunte di centrosinistra, e la destra ha il chiaro obiettivo di espugnarle, come conferma la presenza di Giorgia Meloni nei comizi a sostegno dei candidati sindaco Fabio Rolfi (Lega) e Daniele Silvetti. Venerdì tutti e tre i leader del centrodestra hanno chiuso la campagna nella città lombarda.

Il capoluogo marchigiano, in particolare, è considerato cruciale: vincere in una roccaforte rossa avrebbe un significato particolare, le Marche sono da tempo una delle regioni chiave per Fdi che qui ha vinto le regionali nel 2020. Il centrosinistra ha schierato Ida Simonella, erede della sindaca Valeria Mancinelli che ha governato per 10 anni. A Brescia il dem Emilio Del Bono ha passato il testimone alla vice Laura Castelletti.

A Vicenza invece le parti si ribaltano: il sindaco uscente è di centrodestra, Francesco Rucco, e a sfidarlo c’è il giovane piddino Giacomo Possamai.

In Toscana tutte le principali città al voto erano passate al centrodestra cinque anni fa: l’obiettivo dichiarato di Elly Schlein, che venerdì ha chiuso la campagna in terra toscana, è riportarle a sinistra. Più probabile a Pisa, dove Paolo Martinelli è sostenuto da Pd, M5S, sinistra e verdi e la sfida all’uscente Michele Conti è considerata alla portata; un po’ più complicata a Siena dove Anna Ferretti si batte contro Nicoletta Fabio del centrodestra, in un quadro molto più frastagliato che vedrà sicuramente la partita prolungarsi al ballottaggio del 28 e 29 maggio.

È proprio sul secondo turno che si giocano le speranze del centrosinistra. Come accaduto a metà aprile a Udine, e lo scorso giugno a Verona, la destra è sfavorita al secondo turno: sia perché quasi ovunque si presenta unita sin dall’inizio, mentre le coalizioni di centrosinistra sono spesso prive del supporto dei 5 stelle; sia perché quell’elettorato è meno motivato a tornare alle urne dopo due settimane.

In città come Ancona, Brescia, Siena e Vicenza ci sono voti di sinistra e del M5S che al secondo turno potrebbero confluire sui candidati del Pd. In particolare nel capoluogo marchigiano M5S candida Enrico Sparapani, e due liste civiche e di sinistra corrono con Francesco Rubini. A Pisa, Teramo, Latina e Brindisi i due partiti partono già alleati. Con il caso del capoluogo pugliese dove il sindaco uscente Riccardo Rossi è sostenuto solo da verdi e sinistra, mentre il Pd sostiene il candidato del M5S Roberto Fusco.

Considerando queste variabili, il fronte progressista alla fine dei due turni potrebbe conquistare 9 capoluoghi, compresi anche Teramo e Latina dove corrono gli uscenti Gianguido D’Alberto e Damiano Coletta (quest’ultimo è decaduto a settembre 2022 perché non aveva la maggioranza in consiglio comunale). Mentre il centrodestra è praticamente certo della vittoria a Treviso, Imperia e Sondrio. Un successo che potrebbe arrivare già lunedì pomeriggio in tutti e 3 i capoluoghi, dove corrono tre sindaci uscenti: Mario Conte, l’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola e Marco Scaramellini.

Scarse le chance del candidato sostenuto dal Pd nella città ligure, il vicecommissario di polizia Ivan Bracco, che ha indagato su Scajola in sei diverse inchieste, tutte archiviate tranne una, quella in cui l’ex ministro avrebbe favorito la latitanza dell’ex deputato di Fi Amedeo Matacena (condannato a 2 anni in primo grado).

Molto in bilico le partite di Massa e Terni. Nella città toscana il sindaco Francesco Persiani (caduto con la sfiducia a marzo) si ripresenta sostenuto da Lega e Fi, mentre Fdi appoggia l’ex assessore Marco Guidi. Diviso anche il fronte progressista: Pd e renziani candidano Enzo Ricci, mentre M5S e Unione popolare Daniela Bennati.

Anche a Terni ballottaggio sicuro: corrono l’ex assessore Orlando Masselli per le destre unite, l’ingegnere Josè Maria Kenny per Pd, verdi e Sinistra italiana, l’imprenditore e patron della Ternana Leonardo Bandecchi in solitaria e Claudio Fiorelli per M5S e altre liste di sinistra.

Nonostante la destra si presenti unita sin dal primo turno in molte più città, dunque, la possibilità che l’esito finale penda verso il centrosinistra è concreta. Schlein ci punta molto, e ha messo la faccia in questa sfida toccando tutte le città al voto: sarebbe un piccolo ribaltone, un primo reale segnale di risveglio del nuovo Pd.

Per la premier sarebbe un successo prendere Ancona e Brescia, anche perdendo le tre toscane e Vicenza, dove non a caso Meloni non ha messo piede. Peserà anche l’affluenza, che alle comunali 2022 si era fermata al 54%, mentre alle regionali di febbraio in Lombardia e Lazio è precipitata al 40%. Urne aperte oggi dalle 7 alle 23 e domani dalle 7 alle 15