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Colono uccide giovane a Burqa ma si arrestano i palestinesi

Colono uccide giovane a Burqa ma si arrestano i palestinesiUn giovane ispeziona il luogo dove sono stati uccisi tre palestinesi armati nei pressi di Jenin – Ansa

Cisgiordania Per il ministro della Sicurezza chi ha sparato merita una medaglia. Intanto cresce la tensione tra l'Anp e i gruppi armati a Jenin

Pubblicato circa un anno faEdizione del 8 agosto 2023

Burqa era noto per la produzione di olio d’oliva e ortaggi, come altri villaggi tra Ramallah e Nablus. Poi è cambiato tutto e da tempo i suoi abitanti si dicono impegnati nella «protezione attiva» delle loro terre e delle loro case dalle scorribande di coloni israeliani, in particolare dei cosiddetti «giovani delle colline», l’ala più estrema del movimento coloniale, che si lanciano alla conquista delle alture delle Cisgiordania occupata. Stabiliscono «avamposti» su terreni spesso coltivati ai quali i palestinesi non possono più avere accesso. Da Oz Zion, uno di questi «punti di insediamento», sono partiti i colpi che lo scorso fine settimana hanno ucciso un giovane di 19 anni, Qusai Maatan. I palestinesi raccontano che decine di coloni con diversi capi di bestiame hanno tentato di occupare terre del villaggio, suscitando la reazione dei proprietari. I coloni hanno poi incendiato due autovetture e sparato numerosi colpi. Times of Israel, raccogliendo voci di militari, ha scritto che Qusai Maatan è stato ucciso da un colono.

A finire in manette però sono stati i palestinesi. Cinque, padre e quattro figli (due dei quali minorenni), sono stati arrestati la notte di domenica perché sospettati di essere coinvolti negli scontri con i coloni. In precedenza, era stato fermato e interrogato il colono Yehiel Indore, indicato come la persona che ha ucciso Maatan. Ora è ricoverato in ospedale di Gerusalemme per una ferita alla testa causata, pare, da una pietra lanciata da palestinesi. Il colono afferma di aver agito per legittima difesa. L’emittente pubblica israeliana Kan, citando funzionari delle forze di sicurezza, però dice che la versione data da Indore non convince. In ogni caso il ministro della Sicurezza nazionale e leader dell’estrema destra Itamar Ben Gvir ha già detto che a Yehiel Indore dovrebbe essere assegnata «una medaglia» per aver sparato al palestinese. E ha chiesto alla polizia di «accelerare le indagini su tutti gli aggressori arabi che hanno lanciato pietre per uccidere ebrei».

Quest’ultimo caso di «doppia giustizia» applicata a palestinesi e coloni israeliani aggrava il quadro degli ultimi giorni segnato dall’uccisione in Cisgiordania di sei palestinesi – tre dei quali militanti del Jihad islami individuati mentre, secondo la versione ufficiale israeliana, si preparavano a compiere un attentato – e di una guardia di sicurezza israeliana a Tel Aviv da parte di un palestinese armato. Tutti i palestinesi morti, tranne Qusai Maatan, erano di Jenin, teatro il 3 e 4 luglio della più importante offensiva militare israeliana in una città della Cisgiordania dal 2002 (12 palestinesi e un soldato uccisi).

La tensione tra palestinesi e forze di occupazione resta alta. Ad aggravarla ci sono i coloni con le loro azioni che lo stesso portavoce militare israeliano, Daniel Hagari, ha descritto come la causa dell’aumento degli «atti di terrore». Domenica scorsa, il quotidiano Yedioth Ahronoth ha scritto che il capo del servizio di sicurezza interna (Shin Bet), Ronen Bar, ha avvertito il primo ministro Netanyahu che il terrorismo ebraico contro i palestinesi in Cisgiordania sta alimentando il terrorismo palestinese. Parole che hanno scatenato le reazioni del governo di estrema destra. I dati sono inequivocabili: dall’inizio dell’anno c’è stato un drammatico aumento della violenza dei coloni israeliani e le Nazioni unite venerdì hanno riferito che negli ultimi sei mesi ci sono stati quasi 600 attacchi contro i palestinesi e le loro proprietà.

Allo stesso tempo sale lo scontro tra l’Autorità nazionale palestinese e i gruppi armati islamici a Jenin. Dopo l’offensiva israeliana di inizio luglio, il presidente dell’Anp Abu Mazen aveva visitato la città – dopo 12 anni – per manifestare solidarietà alla popolazione e rispetto ai combattenti palestinesi. Quei combattenti sono poi diventati l’obiettivo dei reparti militari speciali dell’Anp che il 2 agosto e in questi ultimi giorni hanno effettuato arresti innescando le proteste della popolazione e scontri con militanti di Jihad Islami e Hamas. A Gaza Hamas ha condannato a morte sette palestinesi presunti collaborazionisti di Israele, sentenze criticate con forza dalle Nazioni unite e dai centri per i diritti umani.

 

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