Colla Zio, «non cadiamo nelle trappole mentali dell’isolamento»
Sanremo La band milanese in gara sul palcoscenico dell'Ariston nella serata di apertura del festival
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RAP, CANTAUTORATO italiano, elettronica, i Colla Zio mescolano influenza diversissime. Il collante? «L’amicizia ma anche la curiosità. Siamo persone affamate di novità e conoscenza e con una grande voglia di “contagiarsi” a vicenda». Sul palco dell’Ariston, dopo l’ottimo riscontro del singolo Asfalto, i ragazzi presenteranno Non mi va, una canzone d’amore sui generis dove viene addirittura citata Piazza Tienanmen e che anticipa l’uscita dell’album d’esordio Rockabilly Carter, quasi un concept album con protagonista un loro alter ego «una specie di Leviatano” in uscita il prossimo 17 febbraio.
«Ogni canzone ha una storia diversa» – sottolineano – «I ruoli di ognuno non sono mai troppo definiti e tutti mettiamo qualcosa di nostro. Sia per le musiche che per i testi. Come nel caso di La nostra seconda primavera, un pezzo molto introspettivo che abbiamo scritto tutti insieme una sera sulla Collina dei Ciliegi a Milano. Un brano tutto suonato con strumenti perché volevamo avvicinarci il più possibile a un’idea di musica “terrena”, quasi materica».
IL BISOGNO di collettività si riflette anche nel nome Colla Zio «Quando sei in gruppo e vuoi acquistare qualcosa per un bene comune, vai dagli altri e dici: “Colla, zio”. Per noi la dimensione comunitaria è molto importante. Ci confrontiamo tutti i giorni con le difficoltà dello stare insieme quasi sempre ma anche con la bellezza di questa quotidianità. Ci aiuta anche a vivere al di là della musica, a non cadere nelle trappole mentali che può provocare l’isolamento. Siamo convinti che la società di oggi sia troppo individualista e con una deriva potenzialmente pericolosa e per questo motivo amiamo ritrovarci tutti i giorni, dividerci il lavoro e le responsabilità».
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