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Pinguini Tattici Nucleari, torta multistrato per gli operai del popUrban, irriverenti e con la coolness tipica targata Milano, i cinque membri del gruppo Colla Zio sono stati tra le rivelazioni più interessanti dello scorso Sanremo Giovani e oggi sono pronti a fare il grande salto nella categoria Big, a poche ore dalla prima serata della kermesse musicale. Poco più di venti anni a testa, la band è composta da Andrea Arminio, Andrea Malatesta, Francesco Lamperti, Tommaso Bernasconi e Tommaso Manzoni. «La nostra storia parte da molto lontano» ci raccontano all’unisono «Ci siamo conosciuti da piccolissimi, alle scuole elementari, e abbiamo sempre vissuto immersi nella musica. Negli anni del liceo abbiamo ampliato i nostri orizzonti musicali, ci siamo uniti a un gruppo di amici con i quali si bazzicavano le notti milanesi in Bicocca e si cantava tutti insieme. Dai canti popolari ai brani degli interpreti italiani. Poi abbiamo iniziato a scrivere le nostre cose, partendo da alcune barre e così è nata la band».I ruoli di ognuno non sono mai troppo definiti e tutti mettiamo qualcosa di nostro. La società di oggi è troppo individualista e con una deriva potenzialmente pericolosa

RAP, CANTAUTORATO italiano, elettronica, i Colla Zio mescolano influenza diversissime. Il collante? «L’amicizia ma anche la curiosità. Siamo persone affamate di novità e conoscenza e con una grande voglia di “contagiarsi” a vicenda». Sul palco dell’Ariston, dopo l’ottimo riscontro del singolo Asfalto, i ragazzi presenteranno Non mi va, una canzone d’amore sui generis dove viene addirittura citata Piazza Tienanmen e che anticipa l’uscita dell’album d’esordio Rockabilly Carter, quasi un concept album con protagonista un loro alter ego «una specie di Leviatano” in uscita il prossimo 17 febbraio.
«Ogni canzone ha una storia diversa» – sottolineano – «I ruoli di ognuno non sono mai troppo definiti e tutti mettiamo qualcosa di nostro. Sia per le musiche che per i testi. Come nel caso di La nostra seconda primavera, un pezzo molto introspettivo che abbiamo scritto tutti insieme una sera sulla Collina dei Ciliegi a Milano. Un brano tutto suonato con strumenti perché volevamo avvicinarci il più possibile a un’idea di musica “terrena”, quasi materica».

IL BISOGNO di collettività si riflette anche nel nome Colla Zio «Quando sei in gruppo e vuoi acquistare qualcosa per un bene comune, vai dagli altri e dici: “Colla, zio”. Per noi la dimensione comunitaria è molto importante. Ci confrontiamo tutti i giorni con le difficoltà dello stare insieme quasi sempre ma anche con la bellezza di questa quotidianità. Ci aiuta anche a vivere al di là della musica, a non cadere nelle trappole mentali che può provocare l’isolamento. Siamo convinti che la società di oggi sia troppo individualista e con una deriva potenzialmente pericolosa e per questo motivo amiamo ritrovarci tutti i giorni, dividerci il lavoro e le responsabilità».