Cnn, Arabia saudita ed Emirati passano armi Usa ad al Qaeda
Yemen L'inchiesta della tv americana rivela che le armi Usa sono finite anche nelle mani dei ribelli Houthi. L'accaduto viene indagato dal Pentagono ma Trump, con ogni probabilità, preferirà ignorarlo per non turbare i rapporti con Riyadh
Yemen L'inchiesta della tv americana rivela che le armi Usa sono finite anche nelle mani dei ribelli Houthi. L'accaduto viene indagato dal Pentagono ma Trump, con ogni probabilità, preferirà ignorarlo per non turbare i rapporti con Riyadh
La notizia è clamorosa ma non sorprende più di tanto. L’Arabia Saudita e gli Emirati suoi principali alleati nella guerra contro i ribelli sciiti nello Yemen, hanno passato armi americane a gruppi legati ad al Qaeda e all’Isis. A rivelarlo non sono stati media schierati contro Riyadh e Abu Dhabi ma l’americanissimo canale all news Cnn. Dell’accaduto si sta occupando il Pentagono ma, con ogni probabilità, sarà ignorato da Donald Trump. Come ha evidenziato il caso del brutale assassinio del giornalista dissidente Jamal Khashoggi compiuto da agenti sauditi su ordine, dicono più parti inclusa la Cia, dell’erede al trono Mohammed bin Salman, l’Amministrazione Usa ha, di fatto, accordato a Riyadh una sorta di immunità in cambio dell’acquisto nei prossimi anni di armi e tecnologie militari americane per centinaia di miliardi di dollari.
L’Arabia Saudita e gli Emirati sono entrati in guerra nello Yemen nel 2015 a capo di una coalizione araba per riportare al potere il presidente Abd-Rabbu Mansour Hadi, il loro alleato messo in fuga dall’avanzata dei ribelli sciiti Houthi appoggiati dall’Iran. Quella che all’inizio i sauditi avevano immaginato come una passeggiata, grazie anche al sostegno esterno offerto dagli Usa, si è rivelata una guerra devastante per le finanze di Riyadh e, più di tutto, per milioni di civili in Yemen. La Cnn spiega che sauditi ed emiratini hanno trasferito quelle armi a qaedisti e jihadisti per conquistate la fedeltà di milizie e clan locali e per acquisire “influenza” in uno scenario politico complesso. Armi e automezzi che in seguito sono finiti nelle mani anche dei nemici Houthi. A Taiz, nel sud-ovest del paese, per avere quelle armi al Qaeda ha stretto alleanze con una milizia filo-saudita. Si tratta della Brigata Abu al Abbas, in possesso di veicoli blindati Oshkosh di fabbricazione Usa, assorbita nella 35ma Brigata dell’esercito fedele al presidente Abd-Rabbu Mansour Hadi. Fondatore e guida della milizia è Abu al Abbas che proprio gli Stati uniti nel 2017 avevano accusato di aver finanziato al Qaeda nella Penisola arabica e il ramo yemenita dello Stato islamico. Abbas lo scorso dicembre ha ammesso in una intervista di essere sponsorizzato dalla Coalizione a guida saudita.
Le armi Usa sono andate anche agli insorti, forse vendute dai “lealisti” o conquistate sul campo di battaglia dagli Houthi. La Cnn ricorda che nel settembre del 2017 una tv locale ha mandato in onda le immagini di Mohammed Ali al Houthi, uno dei leader del movimento, seduto sulla ruota di un veicolo blindato Mrap, di fabbricazione statunitense, nella capitale Sanaa con la folla intorno che ripeteva in coro “Morte all’America”. I Mrap sono parte di un accordo di vendita da 2,5 miliardi di dollari siglato nel 2014 da Washington con gli Emirati e sono stati visti in possesso dei ribelli ad Hodeidah, città portuale sulla costa occidentale yemenita da mesi teatro di una battaglia sanguinosa che forse deciderà l’esito di una guerra che ha fatto decine di migliaia di morti e gettato il paese in una gravissima crisi umanitaria. Guerra alla quale indirettamente partecipa anche l’Italia vendendo bombe ai sauditi. Un terzo di tutte le bombe lanciate nei 18mila raid aerei della Coalizione ha colpito obiettivi civili secondo i dati del monitor Yemen Data Project.
L’inchiesta della Cnn non metterà un freno all’accordo raggiunto nel 2017 da Trump che prevede la vendita all’Arabia saudita di armi americane per 110 miliardi di dollari. E lo stop, si prevede, non arriverà neppure dal Congresso che pure da mesi valuta se porre fine al sostegno Usa alla coalizione a guida saudita.
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