E’ morto nella notte il nostro Aldo Garzia all’età di 68 anni.

Era stato colpito solo una settimana fa – da un ictus, per la seconda volta dopo la prima di 8 anni fa dalla quale però si era con grandissima fatica ripreso. Stavolta purtroppo non ce l’ha fatta.

Aldo Garzia
Aldo Garzia, foto Tiziana Boari

Firma storica de il manifesto, del quale è stato anche il primo storico a raccontarne, insieme alla scommessa politica del Pdup, le origini e la sua evoluzione, Aldo – legato profondamente alle figure intellettuali e politiche di Lucio Magri e Pietro Ingrao – ha seguito per più di venti anni le crisi internazionali nella redazione esteri del nostro giornale; e, anche come giornalista parlamentare, si è occupato di molte crisi politiche italiane.

Ha collaborato fino all’ultimo sulle nostre pagine: soltanto 9 giorni fa, ci ha inviato un prezioso articolo che, di fronte alla tragedia della guerra in Ucraina, rifletteva sulla figura di Willy Brandt e sulla sua dimenticata Ostpolitik.

Giornalista, saggista e scrittore aveva una profonda sensibilità e una competenza inusitata. Saggio e insieme passionale, allegro e raffinato, questo era il suo stile. Che gli permetteva di sconfinare, come ha fatto con libri di rara intensità e originalità, dalla musica di Gino Paoli a Ingmar Bergman, da Che Guevara a Olof Palme, dall’amata Cuba al socialismo di Zapatero.

Aveva lavorato nelle redazioni di “Pace e guerra” e poi aveva diretto le riviste “Aprile” e “Palomar”.

Il nostro pensiero va alle sorelle Maurizia, Giovanna e Dora che abbracciamo, e a tutti/e quelli/e che gli hanno voluto bene. Già ci mancano i suoi consigli sempre azzeccati.

Perdiamo con dolore non solo un prezioso collaboratore, ma un amico e un compagno con il quale abbiamo cominciato l’impervio percorso che si chiama ancora il manifesto.

Chi volesse vedere Aldo potrà salutarlo lunedì 11 aprile tra le 8 e le 11,40 nella camera mortuaria dell’Ospedale San Camillo, salita San Carlo – traversa della Portuense, accanto al Forlanini a Roma.

Il cordoglio di Stampa Romana

Intellettuale, attento alle ragioni della sinistra, esperto di America Latina e Cuba, fine conoscitore del cinema o della musica leggera, Aldo Garzia con i suoi articoli ha segnato nel corso degli anni la storia del manifesto.

Iscritto all’Anpi, è stato anche un amico del sindacato.

Stampa Romana esprime il cordoglio per la sua scomparsa e porge le condoglianze alla sua famiglia e alla comunità di colleghe e colleghi del manifesto.

Segreteria ASR