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Chiuso il bar San Calisto a Roma, oggi sit-in contro l’ideologia del decoro

Chiuso il bar San Calisto a Roma, oggi sit-in contro l’ideologia del decoroIl Bar San Calisto a Roma

Il caso Chiuso per tre giorni lo storico bar trasteverino perché sarebbe stato il ritrovo di "pregiudicati" e luogo di disturbo "della quiete pubblica" in uno dei quartieri più gentrificati e turistizzati della Capitale più desolata d'Europa. Oggi alle 19 il sit-in di protesta

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 29 giugno 2018

Il popolare bar San Calisto, nell’omonima piazza di Trastevere a Roma, è stato chiuso per tre giorni perché sarebbe stato il «ritrovo di pregiudicati» e per il «disturbo al riposo e alla quiete pubblica» procurato il 3 giugno scorso da quello che l’aggressiva stampa cittadina law & order definisce un «rave».

Tutto questo in nome dell’articolo 100 del testo unico per la pubblica sicurezza (Tulps) che autorizza il questore a «sospendere la licenza di un esercizio» nel caso in cui sia «abituale ritrovo di persone pregiudicate» e «un pericolo per l’ordine pubblico, per la moralità pubblica e il buon costume».

Questa è una goccia nell’oceano dell’ideologia del decoro che governa la Capitale. La notizia ha provocato indignazione tra gli avventori di un bar considerato l’antitesi della gentrificazione e luogo di convivenza.

«Qui – si è letto su facebook – non esiste distinzione tra età, sesso, religione ceto sociale e appartenenza. Il caffè costa ancora 80 cents e il gelato 1 euro. Il politico si siede vicino al senzatetto, il bambino con l’universitario». «Il pregiudicato – ha scritto un avventore – non sta commettendo alcun reato, ha la colpa di averne commessi in passato. Secondo quale principio commette un’offesa “all’ordine pubblico” da far scontare a gestori di un locale. Per la teoria dei vasi comunicanti?». Lo stesso principio è stato usato per il «rave»: l’hanno organizzato davanti al bar, allora lo si chiude.

È emerso il contro-racconto di un quartiere ridotto a vetrina turistica, speculazione immobiliare e movida. L’uso del «decoro» «allontana – ha scritto una frequentatrice – ciò che non è consono, così che i “perbene” al locale dietro l’angolo possano sentirsi tranquilli. Pericoloso per la quiete pubblica. Ma la quiete di chi?». «È la vandea del securitarismo nel vuoto del decoro giustizialista» scrive chi considera il bar uno dei luoghi di una biografia collettiva.

Stasera alle 19 si terrà un sit-in in piazza San Calisto. Tra gli altri ha aderito l’ex parlamentare Pd Marco Miccoli: «Nun se chiude la storia de Trastevere» ha scritto.

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