Lavoro

Cgil-Uil, il presidio di Napoli contro la manovra: «La Campania pagherà il prezzo più alto»

Cgil-Uil, il presidio di Napoli contro la manovra: «La Campania pagherà il prezzo più alto»

Sit in a piazza Plebiscito La denuncia di Filt Cgil regionale: «Nel Gruppo Fs intimidazioni verso chi era interessato alla protesta». Il primo dicembre i due sindacati ancora in piazza per lo sciopero generale del Mezzogiorno

Pubblicato circa un anno faEdizione del 18 novembre 2023

L’appuntamento ieri a Napoli era in piazza Plebiscito per il presidio di Cgil e Uil. Pubblico impiego, trasporti, sanità, scuola, vigilanza, pulizia e ristorazione, Consorzi di bonifica, i ragazzi assunti durante la pandemia per smaltire gli arretrati nei tribunali e poi lasciati a casa: questi i settori che hanno incrociato le braccia. Nel trasporto locale è scattata la precettazione ma, nonostante il governo, in regione l’adesione nel Tpl autoferrotranvieri è stata del 50%. Buona anche in Rfi e Trenitalia. Ottima alle Officine della Manutenzione di Trenitalia con adesioni intorno al 70%. «Nel Gruppo Fs Campania registriamo atti di intimidazione per coloro che avevano mostrato interesse allo sciopero – la denuncia del segretario regionale Filt Cgil, Angelo Lustro -. Dopo l’ignobile precettazione, non è possibile tollerare che qualche responsabile di Struttura di esercizio di Rfi possa assumere comportamenti sprezzanti e, dunque, antisindacali».

La legge di bilancio qui non è piaciuta. Spiega il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci: «Pagheremo un prezzo alto in termini di lavoro, pensioni, sanità». E il segretario generale Uil Napoli e Campania, Giovanni Sgambati: «Il governo non ha una visione per il comparto industriale e produttivo del Sud e poi non dimentichiamo le conseguenze che deriveranno dall’autonomia differenziata: così com’è, aggraverà le diseguaglianze». Il primo dicembre i due sindacati saranno in corteo a Napoli per lo sciopero generale delle regioni del Mezzogiorno, a chiudere il comizio Maurizio Landini.

Al presidio c’erano medici e infermieri, in particolare quelli del sindacato Nursind: «La categoria è stata ignorata dal governo – attacca Marco Esposito -. Parliamo di criticità come la fortissima carenza di personale, gli stipendi molto bassi che rendono la professione poco attrattiva. I posti a bando nelle università sono maggiori delle domande, chi viene formato spesso scappa all’estero. Rischiamo che il Servizio sanitario rimanga senza infermieri. In Campania ne mancano circa 6mila, in Italia secondo la Corte dei Conti 65mila. Così si allungano le liste di attesa, aumenta la mortalità negli ospedali. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata il taglio alle pensioni». Intanto, nel centro storico sfilavano gli studenti contro «il modello di scuola del governo Meloni» e in sostegno alla Palestina: «Povertà educativa e sionismo. Tutto merito vostro. Stop genocidio e stop riforma Valditara» uno degli striscioni.

Il Pd locale era in piazza con il sindacato, il governatore De Luca invece giovedì ha dichiarato: «Non ho compreso il motivo dello sciopero». Ricci ieri gli ha scritto per chiarirgli i motivi della protesta contro la manovra. Alcuni punti riguardano il territorio: «Si prevedono 600 milioni di tagli a regioni (350) e comuni (250), la Campania pagherà il prezzo più alto nel Mezzogiorno e sarà quindi necessario aumentare le addizionali locali per recuperare risorse. I fondi insufficienti sulla sanità avranno un impatto più forte da noi, visto che partiamo da una quota del Fondo nazionale più bassa. Il governo pensa di uscirsene dando mandato alle regioni di risolvere il problema del pubblico con il privato, soluzione che magari a De Luca piace».

Poi ci sono gli accorpamenti scolastici che si tradurranno nell’impossibilità di ridurre l’abbandono scolastico. Infine, il governo ad agosto prometteva di cancellare la disoccupazione con la piattaforma di formazione e lavoro: «In Campania – spiega Ricci – ci sono 32mila iscrizioni ma mi aspetto di trovarne a gennaio 120, 130mila a fronte di 200, 300 offerte di lavoro fatte di part time e lavori a termine. La Campania ha il più basso livello di scolarizzazione tra chi cerca lavoro, quali impieghi potranno trovare? Tra Natale e Capodanno, di nuovo, scoppierà l’emergenza sociale».

La Zes unica per il Mezzogiorno? «La Zes Campania ha funzionato, oggi si sposta tutto a Roma con un effetto imbuto. Così si bloccano i nuovi progetti e, contemporaneamente, si annunciano 23 miliardi di privatizzazioni. Anche le nostre eccellenze, come Leonardo, possono essere messe in discussione». E il segretario regionale Fiom Cgil, Massimiliano Guglielmi: «L’industria in Campania arranca. Il primo dicembre rilanceremo la protesta perché c’è un problema di salari, di occupazione, di precarietà, di sicurezza nei luoghi di lavoro. E c’è un problema di politiche industriali perché il Sud è completamente abbandonato».

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