Italia

«Cessate il fuoco» immediato, lo chiedono i vescovi italiani

Matteo Maria Zuppi foto AnsaMatteo Maria Zuppi – foto Ansa

Israele/Palestina L'assemblea generale di Assisi. Da Gerusalemme collegamento con il cardinal Pizzaballa: «Le infrastruttute sono tutte distrutte»

Pubblicato circa un anno faEdizione del 16 novembre 2023

«Cessate-il-fuoco» immediato a Gaza. Lo chiedono i vescovi italiani, riuniti ad Assisi per un’assemblea generale straordinaria che termina questa mattina, dopo che ieri sera è stata celebrata una messa per la pace presieduta dal cardinal Zuppi, presidente della Cei.

Ieri i vescovi hanno approvato una dichiarazione comune per la pace, rilanciando le parole pronunciate da papa Francesco al termine dell’Angelus di domenica scorsa da piazza San Pietro: «Le armi si fermino, non porteranno mai la pace, e il conflitto non si allarghi! Basta! Basta, fratelli, basta! A Gaza, si soccorrano subito i feriti, si proteggano i civili, si facciano arrivare molti più aiuti umanitari a quella popolazione stremata. Si liberino gli ostaggi, tra i quali ci sono tanti anziani e bambini». «Esprimiamo la nostra preoccupazione per l’escalation di violenza e odio di questi giorni, che sta assumendo proporzioni sempre più tragiche», affermano i vescovi delle 226 diocesi italiane. «Sentiamo impellente il compito di denunciare le logiche della contrapposizione e dell’individualismo, e di favorire la collaborazione e la riconciliazione».

In mattinata era stato il patriarca di Gerusalemme dei Latini, cardinale Pierbattista Pizzaballa, in collegamento da Gerusalemme, ad aggiornare i vescovi sulla «drammatica situazione» a Gaza, dove «infrastrutture completamente distrutte». Ma sono i numeri delle vittime e dei nuovi profughi comunicati da Pizzaballa a dare pienamente conto della tragedia del popolo palestinese: «Sono 1.400 le vittime israeliane dell’attacco del 7 ottobre, oltre 11mila i morti accertati a Gaza, gran parte civili di cui almeno 4mila i minori. Gli sfollati in Israele sono circa 100 mila, mentre a Gaza almeno un milione».

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