Intervistato da Fox News Donald Trump ha dichiarato di poter tollerare l’idea di scontare una potenziale pena detentiva o di venire messo agli arresti domiciliari dopo la condanna a New York, ma ha aggiunto sibillino che «sarebbe difficile per l’opinione pubblica accettare» una cosa del genere, e che «a un certo punto si arriva un punto di rottura».
«L’altro giorno – ha continuato l’ex presidente – ho visto uno dei miei avvocati in televisione dire: ‘Oh no, non potete fare una cosa del genere al presidente’. E gli ho detto di non implorare nulla. Ma se dovessero condannarmi agli arresti non credo che il pubblico lo sopporterebbe».

A seguito del verdetto di colpevolezza per tutti i 34 capi d’accusa, a Manhattan, Trump rischia di essere condannato alla libertà vigilata o fino a 4 anni di prigione statale per ogni capo d’imputazione, con un massimo di 20 anni, ma per ora il tycoon resta fuori dal carcere in attesa della sentenza che verrà comunicata dal giudice del suo processo Juan Merchan l’11 luglio. E sta usando questo periodo per parlare alla sua base.

NELL’INTERVISTA a Fox News ha sostenuto di non aver fatto nulla di male, di essere stato condannato ingiustamente, che il presidente Joe Biden e le persone «malate» coinvolte nella sua condanna ono la causa della situazione in cui si trova. «Sto combattendo per la Costituzione» ha affermato Trump, che si definisce «prigioniero politico».

Dalla comunicazione del verdetto, il 30 maggio, c’è stata un’escalation nella strategia comunicativa del tycoon, e gli sms destinati a chi ha richiesto di ricevere sul proprio telefono i messaggi della sua campagna elettorale sono quadruplicati. Otto sms solo nelle prime 14 ore, in un crescendo di toni culminato con una richiesta di «intervento»: il modo con cui Biden ha riso delle sue accuse senza fondamento durante una conferenza stampa (quando ha sorriso in risposta a una giornalista che gli chiedeva conto delle affermazioni di Trump in merito alla condanna) «dovrebbe farvi ribollire il sangue». Sms seguito un’ora dopo da un altro messaggio tutto in maiuscolo: «Mi vogliono dietro le sbarre. Mi vogliono morto», ha aggiunto in riferimento alla sua ultima menzogna sul fatto che l’Fbi volesse ucciderlo durante il raid a Mar-a-Lago alla ricerca dei documenti trafugati dalla Casa bianca.

SE NEGLI SMS a parlare è il Trump condannato “ingiustamente” che ha bisogno dell’aiuto dei suoi sostenitori, nelle interviste lascia spazio al Trump potenziale presidente e salvatore della patria, e solletica gli appetiti della sua base illustrando cosa farebbe una volta tornato alla Casa bianca: «La più grande espulsione di sempre. Sarà dura, non sarà facile, ma il modo per sbarazzarsi (degli immigrati illegali e per questo criminali, ndr) è dare pieni poteri alla polizia locale, dare loro l’immunità» e renderli come «soldati in battaglia».
Intanto per attirare gli elettori più giovani il tycoon si è iscritto a TikTok, la piattaforma che per primo, da presidente, aveva cercato di chiudere. Mossa già fatta anche dalla campagna di Biden, nonostante l’attuale amministrazione stia sostenendo un divieto di TikTok a livello nazionale.

IL PRESIDENTE democratico ha affidato i suoi messaggi alla famigerata piattaforma mentre è anche lui, indirettamente, alle prese con un processo, quello a suo figlio Hunter, che si è aperto ieri a Wilmington, Delaware, non lontano dalla sede della campagna elettorale del padre. Hunter Biden deve affrontare 3 accuse di reato, tra cui quella di aver mentito sulla sua tossicodipendenza per poter acquistare una pistola nel 2018.