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Castets su pensioni e salario minimo: «Guai a rinnegare le promesse fatte»

Castets su pensioni e salario minimo:  «Guai a rinnegare le promesse fatte»Una protesta contro la riforma delle pensioni a Cannes – Ap

Francia La candidata dell'Nfp rilancia i punti “faro” del programma. Intanto il premier dimissionario definisce il quadro di spesa del governo. Le Monde: «Mai successo»

Pubblicato 3 mesi faEdizione del 24 agosto 2024

Abolire la riforma delle pensioni, aumentare il salario minimo a 1600 euro, rifinanziare i servizi pubblici (in particolare sanità e scuola), tassare l’1% dei più ricchi per finanziare la spesa pubblica e favorire una grande concertazione sui salari per l’aumento del potere d’acquisto: queste alcune delle misure giudicate essenziali dal Nuovo Fronte Popolare, scritte nero su bianco sul programma siglato da La France Insoumise, dal Partito socialista, dagli Ecologisti e dal Partito comunista francese.

LA CANDIDATA PREMIER del Nfp, Lucie Castets, ha detto ieri a L’Humanité che, qualora venisse nominata premier, tra tutte le misure le due priorità immediate sarebbero l’abrogazione della riforma delle pensioni varata da Macron e l’aumento del salario minimo, le due proposte «faro» delle elezioni legislative. «Rinnegare tali promesse farebbe solamente il gioco dell’estrema destra», ha aggiunto Castets, per la quale «sulle pensioni l’obiettivo è adottare un decreto a breve termine per ritardare l’entrata in vigore della riforma e ridare il tema in mano alle parti sociali».

Se ognuno di questi punti citati finora è direttamente contrario al programma di governo implementato da Emmanuel Macron sin dal 2017, la riforma delle pensioni è forse la madre di tutte le battaglie. Per approvarla, il presidente della Repubblica si è messo contro la totalità del mondo sindacale e una buona fetta della società francese, ignorando un movimento sociale che ha scosso – e a tratti bloccato – il paese per mesi interi.

A FINE LUGLIO, alla vigilia dell’inizio delle Olimpiadi, Macron aveva snobbato la nomina di Castets facendo leva proprio sulla riforma delle pensioni, giudicata «positiva per il paese tout court», come aveva detto in tv. Per lui, bisogna «andare molto più avanti sulla questione della sicurezza» e «controllare» di più l’immigrazione, aveva affermato in quell’occasione.

D’altronde, nonostante il governo attuale sia dimissionario, la politica macronista continua a progredire quasi come prima. Martedì, il primo ministro uscente (e dimissionario) Gabriel Attal ha inviato le «lettres plafonds», che aprono tradizionalmente la sequenza di scrittura del budget dello Stato, e definiscono una previsione di spesa per i singoli ministeri. Come ha sottolineato Le Monde, «nella storia della 5a Repubblica, è la prima volta che un primo ministro dimissionario fissa in questo modo un quadro di spesa a dei ministri anch’essi dimissionari».

Tanto più che il «quadro di spesa» in questione è all’insegna dell’austerità: le lettere di Attal prevedono infatti una decina di miliardi di riduzione di spesa. A essere colpito, in particolare, sarebbe il ministero del Lavoro; mentre sarebbero relativamente risparmiati la Difesa, la Cultura e lo Sport.

UN PROGRAMMA, questo, diametralmente opposto a quello che il Nfp vorrebbe attuare qualora arrivasse al governo. «Dobbiamo aumentare il budget dello Stato di 30 miliardi», ha detto il segretario del Pcf Fabien Roussel ieri alla radio Europe1. Miliardi che servono per finanziare le misure volute dal Nfp cioè, oltre all’abolizione della riforma delle pensioni e all’aumento del salario minimo, anche l’aumento dei salari nella funzione pubblica, l’incremento degli aiuti alla casa, l’investimento massiccio nei servizi pubblici.

Per finanziare tali misure il Nfp conta di reintrodurre la patrimoniale e la exit tax, imposte entrambe abolite da Emmanuel Macron nel 2018. All’epoca, il presidente aveva difeso una misura volta a «favorire la crescita». Nel 2020, un rapporto dei servizi del primo ministro aveva concluso che tali misure avevano avuto come effetto quello di far aumentare i redditi «dello 0.1% dei francesi più ricchi». (fil. or.)

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