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Castellina e Piperno: «Il nostro film non nostalgico, dall’archivio un’idea di futuro»

Castellina e Piperno: «Il nostro film non nostalgico, dall’archivio un’idea di futuro»«Comunisti quotidiani» di Ugo Gregoretti (1980) incluso in «16 millimetri alla rivoluzione»

Cinema Al Torino Film Festival la presentazione di «16 millimetri alla rivoluzione». I registi e il Pci, la ricerca tra i materiali dell’Aamod, la svolta ecologica

Pubblicato 12 mesi faEdizione del 1 dicembre 2023

«Io sono ottimista, penso che tutto quello che abbiamo fatto non sia stato vano» afferma Luciana Castellina al Torino Film Festival quando presenta alla stampa 16 millimetri alla rivoluzione, il film di Giovanni Piperno di cui è protagonista. Un lavoro basato sui materiali conservati dall’Aamod (Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico) e in particolare sui film militanti che grandi registi, tra cui Scola, Bertolucci, Pontecorvo, Ferrara, realizzarono per il Pci dal dopoguerra allo scioglimento del partito, con il filo rosso dei ricordi di Castellina a fare da guida tra le immagini.

«NON VOLEVAMO fare un film nostalgico, su questo eravamo tutti d’accordo – afferma il regista – mi sono immerso negli archivi come mai prima d’ora, nella conversazione con Luciana ho scelto poi il ruolo del “ragazzino”, anche perché questo film è rivolto soprattutto ai giovani». E in effetti è nello scambio tra Castellina e Piperno che si dipana il percorso nella memoria che spesso però punta al cuore del presente: su tutto emerge il ruolo delle donne – mai scontato e ancora da conquistare – nello spazio della politica, e poi la questione ecologica, grimaldello fondamentale della critica al capitalismo odierno. Come afferma Castellina – arrivata trafelata alla conferenza stampa per lo sciopero dei treni, ma come sempre propositiva: «Questa non è una crisi passeggera, tutto è destinato a cambiare perché non è possibile continuare a produrre così tante merci. C’è grande voglia da parte dei giovani di fare qualcosa, di sicuro non gliene importa nulla di andare alle elezioni, devo dire che li capisco… oggi comunque si osserva un grande revival del pensiero di Marx, che prima di morire riprese una tematica che aveva trattato da giovane nei Grundrisse. Una svolta che definirei ecologica: è una critica al movimento operaio nel momento in cui si concentra solo sulla produzione industriale».

Questa non è una crisi passeggera, non si può continuare a produrre così tante merci. C’è grande voglia da parte dei giovani di fare qualcosaLuciana Castellina
Il produttore Luca Ricciardi racconta poi il percorso che ha portato alla realizzazione di 16 millimetri alla rivoluzione: «Ha avuto una storia un po’ rocambolesca, nel 2021 volevamo realizzare un film per il centenario del Pci, pensavamo ad un film d’archivio in cui ogni regista attingeva liberamente al nostro materiale per raccontare qualcosa del partito. Avevamo già coinvolto Virzì, Montaldo, Pedicini e anche Castellina, volevamo avere il suo sguardo. Poi il film non si fece, non riuscimmo a trovare i finanziamenti, però era rimasta questa idea di lavorare con i materiali del Pci e ho pensato che Luciana e Giovanni potessero essere una bella coppia per farlo».

DELLE IMMAGINI girate da quei grandi cineasti se ne vorrebbero vedere ancora, Piperno viene sollecitato in particolare su una sequenza di Gregoretti con Davoli e Citti in giro per Roma su una vespa dall’eco morettiano, in cui incontrano poi l’allora sindaco Petroselli. «La cosa bella delle ricerche d’archivio è che si finisce per trovare cose inaspettate. Quel film che si chiama Dentro Roma è emerso per il mio lavoro precedente Cipria, e così ho trovato anche Io voto, tu voti di Giuseppe Ferrara. Avevo un grande amore per Petroselli e in quelle immagini si può cogliere la sua profonda stanchezza. Sapeva di dover fare il film per la rielezione però si percepisce il suo disagio, anche perché all’epoca i politici non avevano l’abitudine di essere seduttivi con i media. Qui si inserisce allora la genialità del regista che mette di fronte al sindaco due ex borgatari con la loro autenticità, nonostante si trattasse di una messa in scena».

Dopo la presentazione torinese, l’appuntamento è ora per l’8 gennaio al Cinema Nuovo Sacher di Roma, in attesa di trovare una distribuzione che permetta al film di essere visto in altre città. Un auspicio che Castellina commenta così: «Io sono contenta che si parli del Pci perché nonostante tutti i suoi difetti è stato un gran partito, un pezzo della società italiana che resiste. Anche se oggi non si esprime politicamente, è presente nella cultura delle persone». Una cultura e una resistenza di cui, nelle affinità e nelle divergenze, queste pagine continuano ad essere un risultato tangibile.

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