Nadia Valavani è stata vice ministra dell’Economia del primo governo Syriza. Si è dimessa dopo l’accordo con i creditori del luglio 2015, uscendo dal partito. Può essere definita la prima e più importante vittima dell’inganno messo in piedi dai misteriosi editori di to manifesto, il foglio ateniese che ha usurpato testata e grafica di questo giornale. Un’avventura che lei stessa, in un brevissimo colloquio, ha definito «spiacevolissima».

Il 28 giugno corso, con grande sorpresa di tutti, Valavani si è trovata a firmare un articolo sul nuovo quotidiano greco. Un articolo polemico, in cui ribadiva i motivi del suo distacco dall’allora governo Tsipras. Il foglio di destra lo ha sparato in prima pagina con un titolo sensazionalistico: «Rivelazioni di fuoco: la grande truffa degli 86 miliardi».

Nadia Valavani a una riunione di Syriza del 2015, foto di Ap/Petros Karadjias

Di fronte allo stupore e alle critiche avanzate dal giornale di sinistra Efsyn, Valavani ha spiegato con una lettera di essere stata truffata. Una firma poco conosciuta di to manifesto le aveva chiesto un articolo sulle vicende dell’estate 2015 con la promessa che sarebbe stato pubblicato sul quotidiano Ethnos ma anche sul giornale manifesto.

Ignorando l’esistenza del foglio greco, l’ex ministra ha cercato su internet questo «manifesto», credendo si trattasse di un quotidiano o sito della sinistra. Se ne è convinta imbattendosi nel sito ilmanifesto.it, quello originale.

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Il giochetto di strumentalizzare le divergenze interne alla sinistra per sostenere la destra è continuato con Dimitris Stratoulis, altro ex ministro di Syriza poi allontanatosi dal partito.

Anche il suo pezzo, titolato «Golpe politico oppure rendere nullo il referendum», parlava del duro confronto con l’eurozona avvenuto nell’estate 2015. Con grande gioia del direttore e ancor di più del misterioso editore, il contenuto dell’articolo si riduceva a un duro attacco al governo Tsipras per non aver voluto rompere con Berlino facendo uscire la Grecia dall’eurozona.

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Stratoulis, che ora milita nel gruppo extraparlamentare Lae (Unità Popolare), non ha commentato la collaborazione con il foglio della destra.

Dopo che Valavani ha denunciato il giornalino tuffaldino, invece, è montata la polemica e il direttore di redazione Theodosis Papandreou ha ritenuto opportuno rispondere. La tesi del giornalista è che la ex ministra sapeva bene dove scriveva visto che «il quotidiano Ethnos ha interrotto la circolazione da parecchi anni». Argomento poco brillante: è vero che la versione cartacea di Ethnos non c’è più, ma il giornale è ancora attivissimo in formato digitale. Cosa che l’astuto direttore ha volontariamente taciuto.

Così, tra attacchi ossessivi a Syriza, fake news, appropriazioni indebite, piccoli trucchi e grandi truffe, giornalisti poco noti e brillanti editorialisti che sono troll di Twitter, specializzati in pezzi calunniosi e nascosti dietro lo pseudonimo «Georgy Zhukov», il foglio propagandistico della destra greca cerca di farsi strada, in vista delle elezioni.

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