L’avvio della raccolte firme per il referendum contro l’autonomia differenziata per l’Anpi coincide con la storica giornata della Pastasciutta antifascista. Ottantunesimo anniversario della festa della famiglia Cervi per la caduta del governo Mussolini (25 luglio 1943), l’associazione nazionale dei partigiani ha mobilitato centinaia di piazze, da Aosta a Catania. Ovunque saranno presenti banchetti per firmare contro la legge Calderoli.

«Sarà uno dei momenti alti del nostro impegno ma continueremo con altre iniziative ad agosto e settembre perché c’è anche l’80esimo anniversario della Liberazione di tante città d’Italia. Saranno tutti contributi importanti per il raggiungimento delle 500 mila firme», spiega Carlo Ghezzi, vice presidente Anpi.

L’associazione si è opposta fin dal primo momento al progetto autonomista della Lega e fa parte del comitato organizzatore del referendum abrogativo. «Non abbiamo mai avuto dubbi sulla negatività di questa operazione – dice il vicepresidente Anpi -, uno scempio dell’unità del paese nato dalla guerra di Liberazione. La Resistenza ha ricongiunto l’Italia, spezzata in 4 aree dall’occupazione nazista». Rappresenta una scelta scellerata, per l’Anpi, «istituzionalizzare divari e disuguaglianze».

La norma mette «a rischio il diritto all’istruzione e alla salute ma riguarda anche partite economiche e industriali complesse come il commercio estero e il settore energetico» avverte Ghezzi che invece si dimostra ottimista sull’esito della campagna referendaria. «È condotta da uno schieramento molto ampio di forze democratiche, tra partiti, sindacati, realtà associative. 500 mila firme entro il 30 settembre sono alla nostra portata, anche considerando il successo del referendum della Cgil contro Jobs Act. Occorre avere fiducia nell’intelligenza degli italiani che hanno sempre respinto gli attacchi alla Costituzione, come nel 2016».

Potrà servire al raggiungimento del quorum anche l’attesa messa in funzione del sistema digitale statale di raccolta firme, previsto dal decreto semplificazione del 2021 ma poi ritardato dall’esecutivo Meloni. Il parlamentare di +Europa Riccardo Magi, che aveva dato battaglia su questo tema, ha annunciato ieri: «Tra poche ore, così mi dicono da Palazzo Chigi a meno di una smentita, andrà in gazzetta il dpcm che dà avvio alla piattaforma gratuita».

Intanto ieri, da nord a sud, i leader dei partiti di opposizione, ad esclusione di Azione di Calenda, hanno presenziato ad iniziative e banchetti per dare il via alla campagna di comunicazione contro lo «Spacca Italia». C’è la necessita di raggiungere il quorum ma anche l’opportunità di trasmettere un segnale di unità. Non ancora un’alternativa elettorale ma una condivisione di intenti, sull’autonomia ma anche sulla sanità e sul salario minimo, da far risaltare soprattutto adesso che l’esito delle trattative per l’elezione di Ursula Von Der Leyen ha estremizzato lo scontro tra le componenti della maggioranza. Non a caso Elly Schlein ha scelto di aprire la campagna referendaria a Perugia, dove alle Comunali ha appena vinto Vittoria Ferdinandi, sostenuta da tutte le forze alternative alla destra, e già in autunno si voterà per battere il centrodestra alle regionali: «L’autonomia differenziata è una riforma insensata anche per il Nord».

In contemporanea Giuseppe Conte si faceva immortalare mentre raccoglieva le firme con altri volontari del M5S al mercato di Civitavecchia. «Dobbiamo fermare la secessione con la forza dei cittadini» ha detto. Mentre Bonelli di Avs ha inaugurato a Roma la campagna Ricuciamo l’Italia con Fratoianni, parlando di «mercimonio». «Questa controriforma, scambio un po’ indecente tra i sogni secessionisti di una Lega in declino e quelli autoritari di una presidente del consiglio che vuole tutti i poteri, è un disastro – ha detto il segretario di Si – 20 piccoli staterelli impreparati a gestire le sfide del mondo».

Persino Italia Viva, il cui segretario Renzi negli ultimi giorni sta studiando come rientrare nel centro sinistra, ha mandato Maria Elena Boschi davanti a un gazebo. Mentre Landini ha firmato ieri mattina a Roma al banchetto allestito nell’ospedale San Filippo Neri, scelto simbolicamente per rappresentare l’impegno contro l’ulteriore frammentazione della sanità pubblica: «È un percorso molto importante, abbiamo davanti due mesi di mobilitazioni e ci riusciremo».