Italia

Addio a Salvatore Lagatta, il sindaco che si battè contro le discariche di veleni

Lo stabilimento chimico di Bussi sul TirinoLo stabilimento chimico di Bussi sul Tirino

Il lutto Ha dato battaglia, a livello politico, ma anche con la carta bollata, per la bonifica delle discariche di veleni, tra le più grandi d'Europa, presenti sul suo territorio

Pubblicato 4 mesi faEdizione del 18 luglio 2024
Serena GiannicoBUSSI SUL TIRRENO (PESCARA)

Bandiere rosse, il tricolore sulla bara e lutto cittadino per l’addio, ieri mattina, a Salvatore Lagatta, sindaco di Bussi sul Tirino (Pe), morto, a 69 anni,  dopo una lunga malattia. Ex sindacalista, Lagatta, di Prc, era stato eletto per la prima volta nel 2009, subito dopo il terremoto dell’Aquila. Era ora al terzo mandato. Ha dato battaglia, a livello politico, ma anche con la carta bollata, per la bonifica delle discariche di veleni, tra le più grandi d’Europa, presenti sul suo territorio. Ai funerali  decine di sindaci  e centinaia di cittadini. Un lungo corteo ha percorso il paese fino alla chiesa  di Santa Maria dell’Assunta. “Salvatore – afferma Maurizio Acerbo, segretario di Rifondazione comunista – è stato un grande sindaco che ha lavorato con passione, competenza, intelligenza, amore disinteressato al servizio della gente. Per questo è stato riconfermato più volte alla guida del Comune. Ha lottato come un leone per la bonifica integrale delle discariche chimiche e per ridare un futuro occupazionale alla propria comunità.  Era figlio di quella realtà operaia che aveva pagato un prezzo enorme a quella industria chimica di cui Salvatore conosceva ogni storia. Per una vita, da giovane militante di Lotta Continua, da sindacalista, da punto di riferimento di Rifondazione ha sempre denunciato e scoperchiato le problematiche del polo chimico e difeso i diritti dei lavoratori e dei cittadini. Tutta la provincia di Pescara gli deve riconoscenza. Noi di Rifondazione perdiamo un compagno insostituibile. Lo saluto a pugno chiuso come in questa foto nella serata della festa per la terza vittoria”.

Alle esequie anche il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, che dice: “Abbiamo combattuto fianco a fianco, in questi anni, per bonificare il territorio comunale dalle discariche dei veleni. A nome personale e dell’intera Giunta regionale porgo alla sua famiglia le più sentite condoglianze”. Le discariche incriminate, salite alla ribalta dal 2007, sono tre: la TreMonti, sotto il cavalcavia dell’autostrada, di circa 35mila metri quadrati e 130mila metri cubi; e poi, appena sotto al paese, la 2A e 2B, come sono state ribattezzate, rispettivamente di 12mila e 8mila metri quadrati. Tutte zeppe di sostanze tossiche e con mercurio e piombo, accumulati e sepolti nei terreni in cent’anni di attività dell’attiguo polo chimico.

Intorno, su circa 35mila metri quadrati, sono state depositate, in modo incontrollato, scorie pericolose e dannose e cancerogene, come il “materiale bellico chimico aggressivo, gas iprite, durante la Seconda guerra mondiale” e “le peci clorurate pesanti provenienti dal Reparto clorometani e rifiuti tossici del Reparto clorosoda”. Le attività a Bussi sono cominciate nel 1904 con la Società Elettrochimica Volta per passare a Montedison nel 1966 e poi a varie sue controllate tra cui Ausimont, fino ad Edison. “Chi ha inquinato deva pagare”, ha sempre detto Lagatta e le varie sentenze che, nel tempo, hanno visto coinvolte anche il ministero dell’Ambiente, gli hanno dato ragione.

In chiesa, il sacerdote, ha ricordato quando lui aveva 26 anni e Lagatta ne aveva 17 e, ragazzo impegnato, aveva fondato Lotta Continua a Bussi. Si scontrarono perché Lagatta voleva organizzare lo spettacolo di Dario Fo, “Mistero buffo”. Poi però da “sindaco comunista ha organizzato con la parrocchia le attività sociali a favore dei poveri ed è stato il primo a collaborare senza mai chiedere il voto”. Ne ha tessuto le lodi perché “figlio di operaio dell’industria chimica morto giovane, da orfano ha sempre avuto una fortissima sensibilità che per tutta la vita lo ha fatto apprezzare da quanti lo conoscevano”. Tanti poi i ricordi sui social. “Se ne è andato un compagno d’altri tempi, dove la lotta e il riscatto non conoscono condizionamenti ma solo la cosa giusta da fare”. E ancora: “Onesto, coerente, un vero partigiano dei nostri tempi. Lotta continua sempre”. Oppure: “Un vero esempio di impegno, coerenza e di capacità. Ci lasci un vuoto incolmabile… Non ti dimenticheremo”.

“Una persona perbene, che ha lottato tanto per il suo territorio. Dal 2009 si è distinto in tutta la provincia di Pescara, per le battaglie condotte contro la discarica sul territorio di Bussi, per la tutela della salute dei residenti e per la salvaguardia dell’ambiente. I cittadini lo hanno confermato alla guida della sua città per ben tre volte, riconoscendogli l’impegno che ha portato avanti per il bene della collettività”, dichiara il presidente della Provincia di Pescara, Ottavio De Martinis. Mentre i parlamentari di Fratelli d’Italia  Guerino Testa, Etelwardo Sigismondi e Guido Liris: “Un sindaco che ha saputo distinguersi nella costante azione di contrasto alla grave vicenda del sito inquinato, a tutela del territorio e della sua comunità “. A loro si aggiunge il primo cittadino dell’Aquila, Pierluigi Biondi: ” Stimato sindacalista e amministratore di lungo corso, da oltre dieci anni il suo impegno era rivolto alla tutela ambientale della Val Pescara e della sua comunità, in particolare attraverso la bonifica della discarica di Bussi cui credeva fermamente”.

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