Casapound, giornalista aggredito: identificato il quinto del gruppo
Torino Il vicepremier Antonio Tajani: «Non si sciolgono le organizzazioni in questo modo, 'a capocchia'»
Torino Il vicepremier Antonio Tajani: «Non si sciolgono le organizzazioni in questo modo, 'a capocchia'»
È stato identificato il quinto presunto aggressore del giornalista de La Stampa Andrea Joly. Si tratta di un uomo di 33 anni, incensurato, militante di Casapound. All’alba di ieri la digos di Torino ha eseguito una perquisizione nella sua abitazione a Chivasso. Secondo gli investigatori, avrebbe fatto parte del gruppo che sabato sera aveva malmenato il giornalista fuori dal circolo Asso di Bastoni. Il 33enne è stato denunciato per lesioni personali. Salgono così a cinque le persone accusate dell’aggressione.
Pochi giorni fa era circolato un video, ripreso da un’altra angolatura, in cui si vedevano altre persone, oltre ai quattro già denunciati. Le indagini hanno portato così al quinto presunto componente del gruppo di militanti di estrema destra: sarebbe quello che tiene stretto il braccio intorno al collo del cronista. Joly era stato aggredito mentre fotografava e filmava i festeggiamenti del 16esimo compleanno del circolo di Casapound Torino, Asso di Bastoni, in via Cellini nel quartiere di San Salvario. I cinque sono accusati di lesioni personali aggravate dai futili motivi, dal numero di persone e dall’avere agito per commettere il reato di violenza privata.
I militanti di estrema destra continuano a urlare al complotto: «Denunciamo l’assurdo clima di persecuzione mediatica e politica legato ai fatti di Andrea Joly». Il vicepremier forzista Antonio Tajani giovedì aveva aperto all’ipotesi di sciogliere Casapound («se ci fossero gli estremi sarei favorevole»). Ieri è arrivata la mezza marcia indietro: «Non si sciolgono le organizzazioni così, ‘a capocchia’. Un conto sono le opinioni legittime, altro è l’accertamento dei fatti. Io sono garantista, sono sempre per il rispetto delle leggi e delle procedure».
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