Una sorta di Jack lo squartatore madrileno che nel contesto terribile della capitale spagnola messa in ginocchio dal colera nel 1834 miete giovani vittime nei quartieri più poveri della città. Grazie ad un thriller storico che rileggeva in chiave criminale l’accesso alla modernità di quella che sarebbe diventata la maggiore metropoli iberica, La bestia – pubblicato in Spagna nel 20121 e lo scorso anno nel nostro Paese da Salani -, il nome di Carmen Mola si è imposto all’attenzione dei lettori di noir e poliziesco. Proprio durante la cerimonia di assegnazione del Premio Planeta, il più importante premio letterario locale, a quell’esordio fulminante, tre scrittori e sceneggiatori spagnoli, Jorge Díaz, Antonio Mercero e Agustín Martínez, hanno rivelato di aver usato in realtà quello pseudonimo per celare il loro lavoro collettivo. La stampa spagnola, poi imitata da quella del resto d’Europa ha così voluto fare un paragone con il caso di Elena Ferrante.

CON LA FIRMA di Carmen Mola si resta però sempre nel territorio del noir. Se La bestia metteva in scena un thriller storico venato di orrore, raccontando le ricerche che una giovane intraprende dopo aver visto sparire la sorellina, forse rapita dal «mostro», e trovando il sostegno di un giornalista testardo e di un cinico poliziotto, arriva ora in Italia, sempre per i tipi di Salani, il primo romanzo di una trilogia che ha al centro la figura bizzarra e decisamente contraddittoria di Elena Blanco, ispettrice della Bac, la brigata speciale della polizia che dirige nella capitale spagnola. La sposa gitana (Salani, euro 18, pp. 416) ha ancora a che fare con il passato e la storia di Madrid, ma in questo caso si tratta di altrettanti stimoli ad indagare laddove non si sarebbe neppure portati a rivolgere lo sguardo. Non a caso, è dal passato che arriva un mistero o un caso irrisolto che ancora inquieta la poliziotta solitaria. In questa sua prima prova, Elena Blanco deve far luce sull’omicidio di una ragazza gitana scomparsa proprio la sera del suo addio al nubilato, e ritrovata due giorni dopo con ancora addosso il vestito della festa.

NON SOLO, il modo in cui è avvenuto l’assassinio, particolarmente efferato, sembra rimandare ad un delitto di sette anni prima e di cui era stata vittima la sorella della ragazza, anche lei uccisa alla vigilia del proprio matrimonio. In quel caso però, il responsabile è stato assicurato alla giustizia. Perciò, per Elena Blanco, magari dopo una notte passata a scacciare le ombre del passato grazie ad un bottiglia, si tratta ancora una volta di mettere in fila il presente e ciò che è stato per far luce su quanto è già avvenuto e potrebbe tornare ancora ad accadere.