Tutto come previsto: nel decreto legge fino a ieri chiamato «svuota-carceri» – per confondere i distratti – e ora ribattezzato dal governo «carcere sicuro», approvato ieri dal Consiglio dei ministri dopo settimane di attesa e presentato dal Guardasigilli Carlo Nordio in conferenza stampa a Palazzo Chigi, non è stato aggiunto nulla di significativo ai pochi provvedimenti già noti che l’esecutivo Meloni aveva annunciato e sbandierato. Di necessario e urgente ha davvero poco, se non evidentemente l’impellenza di avviare un processo di privatizzazione dell’esecuzione della pena. Perché, come ha ammesso lo stesso ministro di Giustizia, non è un decreto per contrastare il sovraffollamento penitenziario giunto nella zona rossa della Corte europea dei diritti umani (130,86% in media, con punte di 224% a San Vittore), né l’ondata record di suicidi in cella (47 dall’inizio dell’anno, contro i 34 dello stesso periodo del 2023 e i 33 dell’anno precedente).

IL PROVVEDIMENTO si muove piuttosto in «un’ottica di umanizzazione del sistema penitenziario» – dice il ministro ma non c’è da scommetterci – mentre per diminuire la popolazione carceraria, e ripristinare la legalità costituzionale, Nordio rimanda invece alla necessità di «incidere sulla carcerazione preventiva» e di «portare a compimento gli accordi con Stati esteri in modo da far scontare ai detenuti stranieri la pena nei loro Paesi d’origine». Secondo il Guardasigilli si potrebbe così alleggerire di quasi la metà la popolazione carceraria straniera («tra i 5 e i 10 mila detenuti che potrebbero esser trasferiti sui 20mila stranieri totali»). Salvo imprimere però un’accelerazione al trasferimento di minori e tossicodipendenti in comunità di accoglienza private dove far scontare la pena: «Vogliamo facilitare il trasferimento della detenzione dalla brutalità dell’istituto penitenziario – ha detto proprio così Nordio – alla comunità di accoglienza». Comunità che dovranno essere inserite in un albo ad hoc e che sono state più volte ringraziate dal ministro «per la loro disponibilità».

NEI 16 ARTICOLI che compongono il decreto legge, di rilevante ci sono le assunzioni di mille agenti e lo scorrimento delle graduatorie per favorire l’insediamento di una manciata (22 vicecommissari e 48 vice ispettori) di dirigenti di polizia penitenziaria; l’aumento del numero di telefonate (da 4 a 6 al mese) concesse ai reclusi «per contribuire a rendere la situazione meno disagevole psicologicamente», e una «semplificazione delle procedure» per ottenere più agevolmente e con tempi certi lo sconto di pena attualmente previsto – senza modifiche – dalla legge per i detenuti non soggetti a regime speciale che abbiamo dimostrato buona condotta.

«In materia di liberazione anticipata non vi sono indulgenze gratuite, non vi sono sconti automatici o lineari di pena – ha precisato il ministro – Si tratta di rendere molto più rapida e certa quella che è la procedura verso la quale la liberazione anticipata che è già prevista dalla legge e che non sarà toccata nei termini è invece praticamente posta in esecuzione. Significa che attraverso una semplificazione e di chiarimenti di quella che è la procedura attuale, che sarà sempre affidata al giudice di sorveglianza, noi renderemo molto chiaro anche allo stesso detenuto quello che è il procedimento, il percorso e i termini per poter godere della liberazione anticipata, che è già prevista dalla legge».

L’ARTICOLO 10 del decreto riguarda invece il codice penale, con una nuova norma sul «peculato di distrazione» che, spiega il titolare di via Arenula, colma il vuoto lasciato dalla cancellazione del reato di abuso d’ufficio. Mentre aumentano le restrizioni per i detenuti sottoposti a regime carcerario 41 bis con l’esclusione dai programmi di giustizia riparativa.

Infine Nordio ha annunciato, «in via di licenziamento», un disegno di legge sulle occupazioni abusive di case, «fermo restando – ha ammesso – che onestamente non ne vedrei il bisogno: dovrebbe essere la magistratura a provvedere, gli strumenti per far sloggiare una persona entrata, con violenza, nel domicilio altrui, esistono già. Poi – ha aggiunto – è vero che non tutte le situazioni sono uguali».