Carcere, visita (anche) ai detenuti in 41 bis: per il M5S è «uno scandalo»
Notizie dai luoghi più bollenti d’Italia: le carceri.
La prima è un esempio di buone pratiche: il capo del Dap, Carlo Renoldi, e il direttore dell’Agenzia delle Dogane, Marcello Minenna, hanno sottoscritto un protocollo d’intesa «per favorire il reinserimento sociale dei detenuti attraverso percorsi formativi e sostenere i più indigenti». L’accordo triennale prevede di mettere al lavoro alcuni detenuti per riciclare le merci confiscate anche alla criminalità organizzata: «Beni di prima necessità, come vestiario e calzature, andranno ai detenuti più indigenti, mentre legnami, tessile e altri materiali potranno essere impiegati nelle lavorazioni industriali svolte nelle carceri, come già avviene per le imbarcazioni dei migranti trasformate in strumenti musicali».
La seconda notizia è invece un esempio di cattiva politica. Il M5S si è alleato con Fd’I e Lega per urlare allo scandalo quando ha scoperto da Il Fatto della visita effettuata a maggio dall’associazione Nessuno Tocchi Caino nei carceri di Sassari e Nuoro, comprese le sezioni del 41 bis, Non è una gran notizia ma con questo caldo diventa rovente anche la più banale delle visite che quell’associazione effettua per statuto da quando è nata. Ma niente, i deputati del M5S (con Fd’I e Lega) vorrebbero (ri)mettere alla gogna il nuovo capo del Dap per aver autorizzato un evento, dicono, che «rischia di compromettere la sicurezza di tutti». E annunciano interrogazioni parlamentari alla ministra Cartabia.
Eppure basterebbe leggere il rapporto inviato due mesi fa al ministero di Giustizia dall’associazione per trovare una notizia più seria: «La carenza allarmante di direttori, di comandanti della polizia penitenziaria e di educatori; le condizioni sanitarie al limite del rispetto del diritto alla salute e la presenza di un elevato numero di malati psichiatrici». «Lo scandalo siete voi», qualcuno deve aver ribattuto. Altrimenti lo facciamo noi.
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