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Canarie, settimana record: 12mila sbarchi

Canarie, settimana record: 12mila sbarchiSbarco alle Canarie, isola di El HIerro, porto La Restinga, il 4 ottobre 2023 – Ap

Migranti La maggior parte degli arrivi sulla piccola isola di El Hierro. Il numero dei morti lungo la rotta atlantica è incerto. I «cayuco» ritrovati persino ai Caraibi

Pubblicato 12 mesi faEdizione del 13 ottobre 2023

Alle Canarie è stata una settimana di sbarchi record, con una media di 500 persone al giorno arrivate soprattutto sulla piccola isola di El Hierro. Il pezzo di terra più a sud-ovest dell’arcipelago spagnolo situato nell’Oceano Atlantico, davanti alle coste di Marocco e Sahara Occidentale. Secondo i numeri forniti dal giornalista Txema Santana, tra i più attenti osservatori del fenomeno, in 12 giorni sono arrivate 12mila persone. Le 4.107 dell’ultima settimana rappresentano il numero più alto da quando si raccolgono i dati.

Il ministero dell’Interno spagnolo fornisce cifre ufficiali solo su base quindicinale (il Viminale lo fa quotidianamente). L’ultimo aggiornamento risale al 30 settembre, quindi prima di quest’ultimo grande afflusso. A fronte di 25.640 migranti arrivati via mare (+20,8% rispetto allo scorso anno), la rotta canaria era stata in quel momento percorsa da 14.976 persone. Oltre la metà del totale, con una crescita del 19,8% in rapporto al 2022.

È da circa tre anni che gli ingressi sul territorio europeo attraverso l’Atlantico si moltiplicano. Se il trend si manterrà costante quest’anno per la prima volta le Canarie diventeranno il primo luogo di arrivo via mare in Spagna. Superando penisola e Baleari. Il fenomeno è il risultato di uno spostamento dei flussi dovuto ai maggiori controlli sulle coste marocchine e alle situazioni di crisi economica che si registrano nell’Africa occidentale. Soprattutto in Senegal. È da questo paese che partono la maggior parte delle persone dirette alle Canarie. Numeri ufficiali rispetto alle nazionalità non ce ne sono, ma fonti locali riferiscono anche dell’arrivo di gambiani e marocchini. Pochi per adesso, anche se gli effetti del recente terremoto intorno a Marrakech potrebbero spingere nei prossimi mesi altri migranti a tentare la sorte.

I viaggi avvengono a bordo di «cayuco», barche in legno utilizzate dai pescatori dell’Africa occidentale. Spesso decorate con colori e disegni devono affrontare una rotta pericolosissima, che secondo i numeri dell’Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim) nel 2023 avrebbe inghiottito 153 vite. I numeri sono quantomai sottostimati. Si basano solo sulle vittime sicure, di cui sono stati ritrovati i corpi.

Ma nell’enorme tratto di oceano a ovest dell’Africa occidentale i naufragi invisibili sono molto più probabili che nel Mediterraneo. I viaggi sono più lunghi e più facile è perdere la rotta, mancare l’arcipelago e perdersi nel nulla. Il 28 maggio 2021 alcuni pescatori dell’isola caraibica di Tobago, dall’altra parte del mondo, hanno trovato un cayuco con una dozzina di corpi decomposti. 135 giorni prima 43 persone erano partite da Nouadhibou, in Mauritania, tentando di raggiungere le Canarie. La storia è stata ricostruita dai giornalisti di Associated Press Renata Brito e Felipe Dana. Molte altre rimangono anonime.

Secondo i numeri della Ong Caminando Fronteras, calcolati incrociando le informazioni ricevute dai familiari dei migranti, nel primo semestre di quest’anno i morti della rotta canaria sono almeno 778.

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