Alle 21 di lunedì 1 maggio, sul prato verde dell’Estadio Ramón Sánchez Pizjuán, andrà in scena la partita conclusiva della trentaduesima giornata di campionato della Liga spagnola; di fronte, il Siviglia e il Girona. Le due formazioni si trovano appaiate al decimo posto in classifica, con 41 punti all’attivo: per entrambe, la posizione attuale è una sorpresa, ma per motivazioni diametralmente opposte. Se, infatti, dagli andalusi guidati dal tecnico Mendilibar ci si sarebbe aspettato un piazzamento in zona coppe europee, i neopromossi catalani viaggiano attualmente a ben 10 punti di distanza dalla zona retrocessione e possono ritenersi, quindi, virtualmente salvi: un traguardo davvero importante per una squadra alla sua terza partecipazione in assoluto nel massimo campionato spagnolo, con la prima promozione che risale all’estate 2017.

L’ULTIMA GIORNATA di campionato il Girona ha confermato quanto di buono fatto vedere finora, superando, contro ogni pronostico, i campioni d’Europa in carica del Real Madrid con un perentorio 4 a 2 tra le mura amiche dello stadio Montilivi; le quattro reti sono state tutte firmate da Valentin Castellanos. L’impresa del venticinquenne attaccante argentino di Mendoza, di realizzare un poker contro i Blancos, era riuscita in passato ad attaccanti del calibro di Robert Lewandowski, nella Champions League 2012-13, e Diego Milito, nello storico 6 a 1 del Real Zaragoza in Copa del Rey nel 2006; in campionato, non accadeva dal 1947 con Esteban Echevarria del Real Oviedo.

In occasione del successo contro la squadra di Ancelotti, il Girona ha esibito, per la prima volta, sulle proprie maglie il logo dell’organizzazione umanitaria catalana, non governativa e senza scopo di lucro, Open Arms, la cui missione principale è proteggere la vita delle persone più vulnerabili in situazioni di emergenza. L’ong ha alle spalle vent’anni di salvataggi in mare di persone abbandonate in acque internazionali in fuga da conflitti bellici, da persecuzioni o da situazioni di povertà, oltre che di collaborazione in forma attiva sulla terraferma con il personale sanitario e per tutte quelle situazioni di emergenza che richiedano una risposta immediata.

«DA SETTEMBRE 2015 a marzo 2023 – recita il comunicato ufficiale del Girona Futbol Club, Open Arms ha salvato più di 66.000 vite, fedele al suo impegno di non lasciare alcuna vita alla deriva e di lottare ogni giorno per portare in salvo coloro che fuggono da guerra, povertà e violenza via mare, terra e aria. E lo hanno fatto grazie all’aiuto di tante persone. Anche il Girona FC vuole unirsi a questa causa e fare la sua parte, e con questo in mente ha firmato un accordo di collaborazione con l’organizzazione catalana».

Il presidente del Girona, l’ex terzino destro Delfi Geli, campione di Spagna con la maglia dell’Atletico Madrid nel 1996, ha dichiarato in proposito: «Il Girona è orgoglioso di questo accordo di collaborazione con Open Arms, per il grande lavoro umanitario che svolgono ovunque, e da Girona vogliamo aiutarli con tutto ciò di cui hanno bisogno, offrendo loro la visibilità che una società di calcio come noi può dare loro». Nei giorni scorsi, Delfi Geli è anche salito, insieme all’allenatore della squadra, Michel Sanchez, a borgo di una delle navi dell’ong.

Dalla partita del 25 aprile contro il Real, quindi, il logo di Open Arms campeggia sulla manica destra delle maglie biancorosse del Girona, squadra della città omonima (conosciuta anche con il nome Gerona, più castigliano e meno catalano), capoluogo di una delle quattro provincie che costituiscono la comunità autonoma della Catalogna, a 100 km da Barcellona e a circa 60 dal confine pirenaico con la Francia.

LA LEGGENDA RACCONTA che il gigante Gerione, con tre teste, tre busti e sei braccia, ma due sole gambe, era il re dell’Isola dell’Eritea, situata nell’Oceano occidentale, che si estendeva fino ai confini di Tartesso, oltre i confini del Mediterraneo, e possedeva una mandria di mucche rosse consacrate al dio Apollo, che erano sorvegliate dal pastore Euritione (figlio a sua volta del dio della guerra Ares e dell’esperide Eritea) e dal cane a due teste Ortro. Euristeo ordinò all’eroe Eracle di rubare quei bovini e lui, nella sua decima fatica, lo fece, dopo aver ucciso il cane e Gerione. Proprio dal mitologico gigante, il cui punto debole era quello di avere un solo busto e, quindi, due sole gambe, prende il nome la città di Girona.

La formazione del FC Girona, come detto, è alla sua terza stagione nella Liga spagnola, dove ha ottenuto, come miglior piazzamento finora, il decimo posto nel 2018, al suo esordio nella massima competizione, dopo aver ottenuto, anche in quella occasione, un successo contro il Real Madrid per 2 a 1 e tanti altri risultati positivi, tra i quali il 6 a 0 al Las Palmas, che le permisero di chiudere la stagione a sole sette lunghezze dalla qualificazione europea. Nell’agosto del 2017 il 44,3% delle azioni del club fu rilevato dal City Football Group, società che fa capo allo sceicco emiratino Masour e che detiene la proprietà, tra le altre, del Manchester City (dal quale il gruppo prende il nome), del New York City e del Palermo. Un altro 44,3% è detenuto dal Girona Football Group, guidato da Pere Guardiola, fratello di Josep Guardiola. Proprio l’attuale tecnico del Manchester City è da anni un convinto sostenitore di Open Arms e del suo lavoro; nel 2019, alla vigilia della gara contro il Tottenham, si presentò in conferenza stampa indossando una felpa della ong catalana che soccorre i migranti nel Mediterraneo. «Amo questi ragazzi e quello che fanno», ha dichiarato Guardiola, che è sceso anche in campo nel 2020, contro il Newcastle, indossando la felpa grigia, con la scritta Open Arms in rosso sul davanti: «Fanno un lavoro straordinario nell’aiutare a proteggere alcune delle persone più vulnerabili della società», sono state le parole del tecnico.

LO STESSO GUARDIOLA, nel 2018 finanziò l’organizzazione umanitaria catalana con la somma di 150mila euro: quei soldi servirono a riparare una loro nave, danneggiata e finita sotto sequestro nel porto di Catania nell’ambito di un’inchiesta sui migranti. Capo del governo italiano, all’epoca, era Giuseppe Conte, con Matteo Salvini Ministro dell’Interno. Ma questa è un’altra storia: ora avanti con il Siviglia, per migliorare il decimo posto in classifica e, soprattutto, portare all’attenzione del più ampio pubblico possibile Open Arms e il suo operato.