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«Bye Bye Nra»: le aziende Usa cominciano a dire no alle armi

«Bye Bye Nra»: le aziende Usa cominciano a dire no alle armiStudenti protestano a favore del «gun control» di fronte alla Casa bianca a Washington – Afp

Trumptruppen Banche, assicurazioni e compagnie di viaggio sospendono la collaborazione con la lobby

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 25 febbraio 2018

Due importanti aziende, la Enterprise Holdings Inc. e la First National Bank of Omaha, sono state tra le prime a chiudere la partnership di co-branding che avevano con la National Rifle Association, Nra, la lobby delle armi americana, a causa del movimento dei social media di #BoycottNra.

A LORO, POCO DOPO, si sono aggiunte Delta e United: due delle più grandi compagnie aeree del mondo hanno aderito a un elenco in continua crescita di società che stanno prendendo distanze dalla Nra. Senza contesto, gli annunci gemelli delle compagnie aeree potrebbero sembrare banali: la fine del programma di sconti per i membri della Nra, era conosciuto da pochi al di fuori dell’organizzazione a favore delle armi prima della campagna di boicottaggio, ma – visto che seguono annunci simili da parte di giganti del noleggio auto come Avis, Hertz e Enterprise la catena alberghiera Best Western, la compagnia assicurativa globale MetLife e più di una dozzina di altre società che avevano in qualche modo legami con la Nra – quella delle compagnie aeree è diventata l’ultima vittoria per il movimento contro le armi, e l’ultimo cattivo presagio per una lobby che solo due settimane fa sembrava intoccabile. QUEI TEMPI SONO FINITI, l’inossidabilità dell’associazione pro armi è stata messa in discussione e sta scricchiolando, nonostante un presidente e un congresso repubblicani; e tutto è avvenuto molto velocemente.

SOLO QUALCHE ORA PRIMA che Delta si staccasse dalla Nra, un suo portavoce aveva difeso lo sconto per i membri dell’associazione che a maggio si recheranno alla convention del gruppo; in una dichiarazione rilasciata al portale di notizie di sinistra ThinkProgress, il portavoce aveva definito il contratto che prevedeva sconti per i membri Nra, «di routine» per i grandi gruppi, minimizzandone l’importanza e aggiungendo che «Delta ha più di 2.000 contratti di questo tipo».

L’NRA DICHIARA 5 milioni di membri, prende decine di milioni di dollari ogni anno attraverso l’adesione alla lobby e dedica massicce risorse alla lotta contro i regolamenti delle armi, in nome delle protezioni costituzionali che garantiscono il diritto di possedere armi liberamente, ma tutti questi numeri non sono più sufficienti a proteggerla.

A sostenere il movimento contro le armi creato dagli studenti delle scuole superiori, sono arrivati i rinforzi istituzionali; politici e governatori – che sono da sempre favorevoli al gun control -hanno approfittato di questo momento per ottenere dei risultati.

Quattro stati, New York, New Jersey, Connecticut e Rhode Island, si sono uniti e hanno formato una coalizione riempiendo ciò che hanno definito «un vuoto federale» e si sono impegnati in uno sforzo coordinato, come condividere i registri delle persone che sono state giudicate non idonee a possedere un’arma, le persone che hanno un ordine restrittivo per violenza domestica e soggetti che hanno un mandato di arresto. Normale buon senso che però fino a ora non era stato implementato.

«QUESTO GOVERNO FEDERALE su questo tema non sta facendo passi avanti, ma indietro», ha detto il governatore di New York Andrew Cuomo durante una conferenza stampa congiunta con gli altri governatori, confessando le sue scarse speranze riguardo nuove restrizioni a livello federale. «Il presidente Trump ha promesso fedeltà al Nra – ha affermato Cuomo – si è consegnato a loro. Tocca a noi fare ciò che la Casa bianca non fa».

I SOSTENITORI DELLE ARMI hanno ribattuto che gli stati dovrebbero già riferire al sistema nazionale i dati riguardanti le persone a cui è stato vietato possedere armi da fuoco, non solo secondo i parametri della legge federale ma anche secondo quelli dei singoli stati, ma i funzionari che lavorano nella coalizione affermano che l’accordo rafforzerebbe ed espanderebbe i dati che condividono, compresi i nomi delle persone, ad esempio, che sono state volontariamente ricoverate in ospedale per malattie mentali e che a causa di ciò gli è stato interdetto il possesso di armi.

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