Finisce in Parlamento, con una interrogazione del senatore dem Dario Parrini al ministro Piantedosi e con una richiesta gemella dei deputati Simiani e Fossi, il progetto della giunta di Grosseto di intitolare una traversa di via della Pacificazione a Giorgio Almirante, e l’altra traversa a Enrico Berlinguer. La presa di posizione arriva dopo che nella città toscana non si fermano le polemiche sull’iniziativa dell’assessore Fabrizio Rossi, deputato e coordinatore regionale di Fdi.

L’Anpi provinciale Parenti e le sezioni cittadine Nespolo e Palazzoli inorridiscono: “Il 22 marzo – ricordano – ricorre il 79° anniversario dell’eccidio di Maiano Lavacchio, dove undici giovani vennero fucilati dai fascisti della cosiddetta Guardia Repubblicana, dopo un rastrellamento con la Feldgendarmerie tedesca. Tra i mandanti morali di quell’eccidio c’era il capogabinetto Giorgio Almirante, come risulta dal manifesto che la prefettura di Grosseto fece affiggere”.

A questo aspetto della vicenda fa riferimento anche Parrini nella sua interrogazione: “Visto che esiste ancora un margine perché il cambio di toponomastica deve avere l’autorizzazione del Prefetto – segnala il senatore dem – chiedo al ministro Piantedosi di intervenire, per evitare una decisione che nel grossetano riaprirebbe ferite che affondano la memoria nei tragici fatti del 1944, e che costituirebbe un’onta per la città”.

L’assessore Rossi giustifica l’iniziativa con “la volontà di portare avanti un serio dialogo politico, dicendo stop all’odio ideologico”. Chiave di lettura che Simiani e Fossi contestano alla radice: “E’ solo l’ultima provocazione del sindaco Vivarelli Colonna. In città Giorgio Almirante non è soltanto il fondatore del Msi, è soprattutto il capogabinetto del minculpop che nel 1944 proclamò un ignobile bando per l’immediata fucilazione di chi non collaborava con il regime nazista. Un atto riconosciuto anche da una inchiesta giudiziaria”.

Di qui la sollevazione generale, con il circolo di Rifondazione che denuncia anche “l’ ipocrisia della pacificazione da parte di chi ha coperto la nostra città di ridicolo”. Chiaro il riferimento al sindaco, autore di un post sessista su Elly Schlein, accostata a un dromedario. “Non si può intitolare una via a un politico – chiude la segretaria della Camera del Lavoro, Monica Pagni – che si è macchiato dei peggiori crimini ai danni dei cittadini di Grosseto”.