Yemen, il Ramadan inizia con la tregua

Il mese sacro di Ramadan in Yemen inizia con una buona notizia: la coalizione a guida saudita e i ribelli Houthi si sono accordati per un cessate il fuoco, mediato dall’Onu, di due mesi a partire dalle 19 di ieri. Previste anche la consegna di aiuti nelle zone controllate dal movimento sciita e l’apertura ad alcuni voli dell’aeroporto di Sana’a. È la prima volta dal 2016.

Honduras, requisiti i beni di Hernandez

Dopo che la Corte suprema dell’Honduras, il 28 marzo, ha respinto l’appello dell’ex presidente Hernandez contro l’estradizione negli Usa, ieri il ministero degli Affari Pubblici ha comunicato di aver sequestrato i suoi beni. Si tratta di 33 proprietà, 8 business commerciali, 16 automobili e «diversi» prodotti finanziari. Hernandez è accusato di aver accettato mazzette dai narcos in cambio di protezione.

Sri Lanka, proteste e stato d’emergenza

La polizia dello Sri Lanka ha annunciato un coprifuoco di 36 ore, entrato in vigore ieri, sperando di porre fine alle proteste di massa per la carenza di cibo, medicine e carburante. Venerdì il presidente Rajapaksa ha imposto lo stato di emergenza e dato poteri speciali alle autorità per frenare – con arresti di massa – le proteste, a fronte di una crisi economica senza precedenti.

Mali, 203 «terroristi» uccisi dall’esercito

Secondo un comunicato ufficiale dell’esercito del Mali, nel Sahel sarebbero stati uccisi 203 terroristi, e 51 arrestati, nel corso di un’operazione nella regione di Mora durata dal 23 al 31 marzo. La missione di peacekeeping dell’Onu nella regione ha però detto di essere venuta a conoscenza di morti fra i civili, e lo scarso accesso alle zone del conflitto rende impossibile verificare l’identità delle vittime.

Partygate, arrivano le prime multe

L’importo fa sorridere, 50 sterline, ma indica che un’infrazione della legge c’è stata: la polizia ha già recapitato delle multe ad alcuni dei partecipanti alle feste illegali tenutesi durante il lockdown a Downing Street. L’identità di chi ha ricevuto le multe è però stata tenuta segreta, sollevando le proteste di Keir Starmer che chiede maggior «trasparenza».