I piani turchi in Iraq: «Confine chiuso ai curdi del Pkk»

Mentre prosegue l’operazione aerea turca nel nord dell’Iraq (ma con notevoli perdite, secondo il Pkk, che ieri aggiungeva ai 100 già uccisi altri 39 soldati di Ankara caduti nelle regioni di Zap e Avashin), fonti turche all’agenzia Middle East Eye riportavano dei piani del presidente Erdogan per l’area: occupare il corridoio di terre al confine turco-iracheno e chiuderne l’accesso al Pkk, il Partito curdo del Lavoratori, che nel nord Iraq ha la sua base militare e politica. Per impedire così il trasferimento di combattenti, armi e rifornimenti e spingere il Pkk verso sud, attraverso la distruzione delle sue postazioni e la creazione di basi militari turche a Zap e Avashin, nel Kurdistan iracheno, oltre alle 20 già esistenti nel resto del territorio del Krg.

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Egitto, critica il governo: arrestata una giornalista
È stata arrestata giovedì la giornalista egiziana Safaa al-Korbigi e di lei non si sa più nulla. La denuncia arriva dall’Egyptian Network for Human Rights e dai tanti che sui social chiedono conto della sua sparizione. Al-Korbigi lavora per Radio and Television Magazine, di proprietà statale, ed è nota per le sue critiche al governo per le pessime condizioni socio-economiche della popolazione. Intanto, pochi giorni fa è stata condannata a tre anni di prigione in appello (erano dieci in primo grado) e una multa di quasi 11mila dollari l’influencer di TikTok Haneen Hossam per «traffico di esseri umani»: aveva postato un video in cui spiegava come guadagnare soldi con video online. Per le autorità un invito al sesso online a pagamento.

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Attacchi in due bar in Nigeria: l’Isis rivendica

Ieri un ordigno è esploso in un bar a Nukkai, nord-est della Nigeria, ferendo undici persone, nel secondo attacco in pochi giorni nello stato di Taraba: lo scorso martedì erano morte sei persone, 16 i feriti. In entrambi i casi a rivendicare è stata la «filiale» regionale dell’Isis, l’Islamic State West Africa Province. Secondo quanto riportato dalla polizia, l’ordigno era nascosto in una borsa, lasciata da una persona durante un blackout elettrico. A preoccupare è il crescente legame tra islamisti e banditi locali.

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Usa, tra i bambini le pistole prima causa di morte

Secondo uno studio del Centers for Disease Control riferito all’anno 2020, con oltre 4.300 casi le armi da fuoco sono state la principale causa di morte tra i bambini e gli adolescenti negli Stati uniti. Per la prima volta le pistole superano gli incidenti stradali.