C’è stato ben poco di rutinario e molto di simbolico nella missione del capo della diplomazia dell’Ue, Josep Borrell, all’Avana, iniziata giovedì e conclusasi ieri. L’Ue in piena politica di sostegno armato (nel senso di invio massiccio di armamenti e non di una politica rivolta a cercare una soluzione diplomatica) all’Ucraina invasa da truppe russe cerca di recuperare terreno in America latina. Un subcontinente che ha preso le distanze dalla politica aggressiva degli Usa nei confronti della Russia e sempre più aperto alle proposte di investimenti cinesi. Mantenere una presenza attiva e un dialogo politico con Cuba, per il prestigio che continua ad avere nel Centro-Sud dell’America, rappresenta ancora una pedina importante per l’Ue che in luglio prevede un vertice Ue-Celac (33 paesi dell’America latina e dei Caraibi) a Bruxelles il 18 luglio. Dove l’Ue cercherà di evitare, in quella parte dell’America che si definisce latina, di fare la fine del manzoniano vaso di coccio tra Usa e Cina (e Russia).

IN QUESTO QUADRO mister Europa ha smesso i panni del falco, a favore di una politica pragmatica, ben differente da quella imperial-ideologica dell’amministrazione Biden. Venerdì, nella terza riunione del Consiglio congiunto Bruxelles- Cuba che l’Ue mantiene come parte dell’Accordo di dialogo politico e di cooperazione, Borrell ha ribadito che «non possiamo prescindere dalle differenze (di posizioni) su diversi temi», i diritti umani ai quali si è aggiunto l’aperto sostegno dell’Avana alla Russia. «Però – ha continuato – l’Unione europea non ha né la capacità, né la volontà di imporre cambi a Cuba, ma vogliamo mantenere un quadro di dialogo che ci permetta di parlare di quello che ci unisce come di quello che ci differenzia». Un discorso abile, nel quale Borrell ha messo al centro del suo intervento la volontà di proseguire nella cooperazione e nel dialogo bilaterale – «costruttivo anche se critico» – con Cuba, che negli aiuti e nella collaborazione economica col nascente settore privato dell’isola – le circa 8.000 micro, piccole e medie imprese -vede il meccanismo migliore per favorire riforme a Cuba.
I diritti umani, il bastone agitato dal presidente Biden per mantenere lo strangolamento economico finanziario dell’isola voluto da Donald Trump, non vengono messi da parte. Ma verranno affrontati a novembre con «l’importante» visita all’Avana del rappresentante speciale dell’Ue per i Diritti umani, Eamon Gilmore.

NEL FRATTEMPO, andrà avanti il processo di mediazione dell’Ue, della Chiesa cattolica e di un gruppo di parlamentari statunitensi guidati da McGovern per tentare di arrivare a un accordo con l’amministrazione Biden di cui si parla da tempo. Accordo che prevederebbe la liberazione degli arrestati – o di una consistente parte di loro – nell’isola dopo le manifestazioni popolari dell’11 luglio 2019 – dunque prigionieri di coscienza – per favorire la cancellazione da parte della Casa bianca di Cuba dalla lista dei paesi che favoriscono il terrorismo (altra iniziativa di Trump).
Per quanto l’appoggio di Cuba al terrorismo internazionale sia una bufala alla quale probabilmente non crede nemmeno il dipartimento di Stato, è un tema assai sensibile per l’isola stretta in una crisi economica senza precedenti e che punta sugli investimenti esteri e sulla ripresa del turismo per uscirne.
L’altro terreno di «differenza» assai importante per l’Ue è la posizione di Cuba sulla guerra in Ucraina. L’Avana ha sempre evitato di parlare di invasione armata russa e ha appoggiato la tesi che Usa e Nato abbiano pesanti responsabilità nell’inizio del conflitto.

Anche su questo tema la visita di Borrell travalica i rapporti bilaterali. Cuba è infatti presidente pro tempore del G- 77+Cina, un gruppo derivato dal Movimento dei paesi non allineati che è apertamente orientato a creare un equilibrio mondiale multipolare. All’interno del dialogo «rispettoso» Borrell ha messo in chiaro che l’Ue spera di «far conto» su Cuba per «promuovere il rispetto della sovranità dell’Ucraina».

LA VICEMINISTRA degli Esteri cubana, Anayansi Rodríguez ha ringraziato l’Ue per l’appoggio contro l’embargo Usa, ma non si è distaccata dalla linea ufficiale «favorevole a una soluzione diplomatica seria» della guerra e «contraria alle sanzioni contro la Russia». La stessa tesi sostenuta dal presidente brasiliano Lula e dai leader di Messico e Colombia.
Mister Europa ha incontrato anche il presidente Miguel Díaz- Canel, al quale ha detto che «devo sforzarmi» per mantenere il timone dell’Ue a sostegno di Cuba (contro l’embargo e la lista di proscrizione antiterrorista di Biden). Implicitamente chiedendo cambiamenti a Cuba. Il presidente ha ribadito l’importanza strategica che ha l’Ue, maggior socio economico commerciale. Ma che Cuba rappresenta una porta per l’America latina aperta anche a altri. Il rublo già circola nell’isola mediante la carta di credito Mir.