Massimo Bordin era un grande professionista, un giornalista che ha saputo comunicare con migliaia e migliaia di persone restando sempre se stesso, un militante radicale. Per me era soprattutto un amico carissimo ed affettuoso, con il quale potevo parlare di tutto e trovare sempre punti di riferimento politico-culturali comuni. L’ultima volta che l’ho visto è stato il 21 marzo scorso: venne al ristorante dove i miei compagni ed amici festeggiavano i miei 95 anni. Massimo mi sembrò smagrito ma non colsi nulla del male che lo stava divorando. Mi disse salutandomi: «Non sto bene ma non potevo mancare». Pensai che,...