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Bonaccini-Schlein, il giorno della verità

Bonaccini-Schlein, il giorno della verità

Il giorno fatidico Oggi le primarie del Pd: 5500 seggi in tutta Italia. Bersani si schiera: «Lei segnala con coraggio l’apertura al cambiamento»

Pubblicato più di un anno faEdizione del 26 febbraio 2023

È arrivato il giorno del derby emiliano in casa Pd. Il governatore Stefano Bonaccini e la sua ex vice (ora deputata) Elly Schlein si sfidano oggi ai gazebo delle primarie per diventare il/la nuovo/a leader del Pd: 5500 seggi in tutta Italia, nelle sedi Pd ma anche in teatri e circoli Arci; un milione il numero di partecipanti che sarebbe considerato un successo, 2800 le persone che si sono pre-registrate per poter votare online.

Nei congressi di circolo, che si sono svolti dall’inizio di febbraio fino al 19, hanno votato circa 151mila iscritti. Bonaccini è in testa con 79.787 voti (52,87%), Schlein segue con 52.637 voti, pari al 34,88%. Gianni Cuperlo è arrivato terzo con il 7,96% (e non si è schierato per le primarie), quarta Paola De Micheli (4,29%) che invece ha deciso di sostenere il presidente della sua regione.

Circa 27mila voti dividono i due sfidanti. Chi vincerà sarà il nono leader del Pd. Prenderà il posto di Enrico Letta, che ha annunciato le dimissioni il giorno dopo la sconfitta alle politiche di settembre, ma ha deciso di guidare il partito fino alla fine del congresso.

Letta ha deciso di non schierarsi con nessuno dei candidati. Ieri invece è arrivato un sostegno pesante per Schlein, quello di Pier Luigi Bersani, il cui movimento Articolo 1 è rientrato nel Pd dopo la scissione del 2017. «Penso che lei segnali con più coraggio l’apertura al cambiamento», le parole dell’ex segretario. I big del partito si sono già tutti schierati. Con Bonaccini ci sono gli ex renziani di Base riformista guidati da Lorenzo Guerini e Luca Lotti, i governatori Vincenzo De Luca e Michele Emiliano, i sindaci Dario Nardella, Matteo Ricci e Giorgio Gori e le due capogruppo Debora Serracchiani e Simona Malpezzi. Oltre a Pina Picierno e Simona Bonafè.

Con Schlein c’è il grosso della sinistra interna, da Andrea Orlando a Giuseppe Provenzano, gli ex segretari Dario Franceschini e Nicola zingaretti, la presidente Valentina Cuppi, i giovani Marco Sarracino, Chiara Gribaudo e Marco Furfaro e Francesco Boccia. Schlein voterà a Bologna, dove è residente. Bonaccini nella sua Campogalliano, vicino a Modena. Il governatore attenderà i risultati alla Casa dei Popoli a Casalecchio di Reno (Bologna): una scelta scaramantica, visto che si tratta della stessa sede dove nel 2020 attese l’esito delle regionali, che lo videro prevalere sulla leghista Lucia Borgonzoni. Schlein invece ha scelto un teatro a Roma, nel quartiere del Pigneto.

Ieri gli ultimi comizi. Bonaccini è stato prima a Reggio Calabria e poi è volato a Bologna. «Ho voluto chiudere a Bologna perchè è casa mia da tanti anni: qui, insieme a tanti di voi, facciamo andare al meglio possibile questa regione», ha detto. Schlein è stata prima a Torino e poi a Palermo, dove ha visitato la Casa memoria di Peppino e Felicia Impastato. Il governatore tiene bassi i toni. «Tra noi c’è rispetto e amicizia», dice, ma ci tiene a ricordare il suo successo nel primo turno tra gli iscritti.

«Quattro candidati non c’erano mai stati. Nonostante questo ho superato il 50% con quasi venti punti di distacco». Lei mira a una «partecipazione alta», soprattutto nelle grandi città dove al primo turno è andata meglio della media nazionale (ha into a Roma, Genova, Milano e Napoli). Si dice convinta che la partecipazione ai suoi eventi si trasformerà in un «passaparola».

«Come al solito non ci vedranno arrivare», spiega, convinta dell’effetto sorpresa. Per lei sarà dirimente la partecipazione dei giovani e di quanti non sono elettori fedeli del Pd, ma genericamente di sinistra. «Bonaccini è il vecchio modello, un Pd già visto», l’attacco al suo competitor. Lui replica: «Saranno gli elettori a scegliere se rappresento un vecchio modello o una persona capace di guidare il Pd».

Una delle incognite sarà l’affluenza ai seggi. Nel 2007, per Veltroni, furono 3,5 milioni. Nel 2019, quando vinse Zingaretti, si fermarono a 1,6. Arrivare a un milione, in un momento in cui le persone disertano le elezioni vere, sarebbe un grande successo. E per oggi è prevista pioggia in molte parti del centro e del sud.

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