Chi pensava che Elly Schlein muovesse i primi passi da segretaria all’insegna dell’emotività o della sbornia da vittoria si sbagliava. La neo leader si muove con la consueta prudenza, sia per quanto riguarda l’unità del partito, e dunque gli organigrammi, sia sui temi più rilevanti in agenda, a partire dall’Ucraina. Sul primo fronte ci pensa Bonaccini a rispondere a chi evoca scissioni: «Da parte mia tutto l’impegno a garantire unità al Pd, non ho dubbi che Elly mi chiamerà molto presto», dice il governatore. «Sono convinto che chi esca sbaglia, anzi dobbiamo chiamarne di nuovi. Dobbiamo far si che il Pd si rigeneri, è doveroso dare una mano perché il partito ha sofferto troppo di divisioni e liti. Ora tocca a lei tenere insieme il partito, io sono a disposizione non perché devo recitare una parte, ma perché ho una sola parola, prima e dopo. Non intendo ritirarmi in Emilia- Romagna, sarò in campo perchè abbiamo raccolto poco meno della metà dei voti».

C’È STATO PERÒ UN RUVIDO scambio tra la sardina Mattia Santori e il fronte dei bonacciniani, dopo l’addio al partito dell’ex ministro Giuseppe Fioroni: «Per un Fioroni che se ne va penso che avremo 100 nuovi entranti nel Pd», ha detto Santori, molto vicino a Schlein. La replica di Andrea Rossi, braccio destro di Bonaccini: «Non penso sia giusto ridicolizzare chi decide di lasciare. La nostra comunità deve imparare a rispettarsi. Solo così più sensibilità continueranno a convivere serenamente nel Pd».

Nell’entourage di Schlein sono state molto apprezzate le parole di Bonaccini. Ieri la neo segretaria ha fatto il suo debutto alla Camera dopo le primarie. Applausi (non troppo calorosi) dai deputati dem, lei ha voluto salutarli uno ad uno. Saluti anche da alcuni esponenti Cinque Stelle, dei Verdi-Si e anche di qualche parlamentare del centrodestra. «Devi mangiare», l’invito di alcuni dei suoi fedelissimi che l’hanno trovata dimagrita dopo il tour delle primarie.

SULL’UCRAINA, DOPO che ieri alcuni giornali avevano paventato un cambio di linea, arrivano secchiate d’acqua dai parlamentari più vicini alla nuova leader. «Non c’è niente da spiegare», dice Peppe Provenzano. «Il Pd ha votato tutti i decreti per l’invio delle armi in Ucraina e lo ha fatto anche Schlein. Chi solleva questo tema lo fa per questioni interne al partito, per mettere un po’ di polemica in questa fase». «Pronunciare la parola “pace” non significa dire “abbandoniamo gli ucraini a loro stessi», ragiona un’altra parlamentare. «Dobbiamo lavorare con più forza e meglio sul tema della pace»,dice Chiara Gribaudo.

DEL CAMBIO ALLA GUIDA dei gruppi di Camera e Senato e della squadra della segreteria si parlerà nei prossimi giorni. Se è molto probabile che la guida dei senatori sarà assunta da Francesco Boccia, per la Camera la postazione potrebbe andare a Simona Bonafè della mozione Bonaccini per lanciare un segnale di unità. Sul fronte del terzo polo Calenda annuncia il partito unico «entro l’autunno». «Il Pd di Schlein dice no a tutto, è come i 5 stelle», accusa il leader di Azione. «Vengono giù gli alibi di chi ancora pensava di poter coltivare il riformismo dentro il Pd», gli fa eco Renzi. «Noi non puntiamo all’esodo dei dirigenti dem nel 2023, ma a quello degli elettori nel 2024».