Bombe su una prigione un campetto da calcio: almeno 70 morti in Yemen
Golfo Durissima rappresaglia di Arabia saudita ed Emirati dopo gli attacchi con i droni lanciati dagli Houthi. Ma invece dei ribelli colpiscono i civili: tra le vittime decine di migranti africani e tre bambini
Golfo Durissima rappresaglia di Arabia saudita ed Emirati dopo gli attacchi con i droni lanciati dagli Houthi. Ma invece dei ribelli colpiscono i civili: tra le vittime decine di migranti africani e tre bambini
Sono almeno 70 i morti e 138 i feriti in una serie di attacchi aerei della coalizione a guida saudita contro le città yemenite di Sadaa e Hodeidah. Nel mirino non sono finite strutture militari dei ribelli Houthi – contro cui Arabia saudita ed Emirati arabi hanno lanciato la loro operazione militare nel marzo 2015 – ma un centro di detenzione, un campetto da calcio e l’edificio di TeleYemen, l’agenzia statale che gestisce la rete internet.
«Il numero di morti è destinato a salire», diceva ieri Basheer Omar, portavoce della Croce rossa in Yemen. Le immagini raccontano l’orrore: a Sadaa, controllata dagli Houthi, i soccorritori tiravano fuori dalle macerie della prigione corpi senza vita. La maggior parte erano migranti africani. «Ci sono molti corpi ancora sul luogo del bombardamento – ha detto Ahmed Mahat, capo missione di Medici senza Frontiere – Un orribile atto di violenza».
A Hodeidah è stato raso al suolo uno degli edifici di TeleYemen. Stesse immagini: cadaveri estratti dalle macerie e un blackout di internet che ha lasciato senza connessione tutto il paese, infliggendo un altro duro colpo alla già difficile distribuzione degli aiuti umanitari. Tra le vittime tre bambini: giocavano in un campetto da calcio a poca distanza.
Dietro l’escalation (da tempo non si assisteva a un tale livello di bombardamenti contro i civili) sta l’intensificarsi degli attacchi via drone perpetrati nei giorni scorsi dall’ala militare Houthi contro gli Emirati arabi, colpiti lunedì nella capitale (tre vittime), e contro le città saudite. Abu Dhabi aveva promesso la rappresaglia: «Gli Emirati hanno il diritto legale e morale di difendersi», aveva detto il consigliere presidenziale, Anwar Gargash.
Un commento indiretto è giunto anche dalla coalizione a guida saudita (che ha rivendicato solo l’attacco di Hodeidah): secondo l’agenzia statale saudita sono stati effettuati «raid aerei di precisione per distruggere le capacità militari degli Houthi a Hodeidah».
Intanto sale il numero delle vere vittime della guerra: dal marzo 2015 sono almeno 377mila i morti in Yemen, il 60% per malattie e fame dovute al conflitto permanente.
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