Il secondo giorno di convention democratica, Joe Biden è stato ufficialmente nominato candidato del partito per sfidare Donald Trump. Era scontato, è parte della procedura, ma le modalità della nomina costituisce fino ad ora, la parte più interessante di questa convention virtuale. Solitamente a dichiarare i voti per i candidati che hanno superato la soglia di preferenze, in questo caso Sanders e Biden, sono i delegati, dando vita a un momento di confusione, rumore, con fischi e applausi.

QUESTA VOLTA GLI STATI sono stati chiamati in ordine alfabetico per dare il loro voto attraverso video brevissimi, registrati e in diretta, da luoghi iconici del territorio che rappresentano, raccontando ben più del voto, ma le vere storie degli Stati Uniti. Per la Florida a dare le preferenze è stato il padre di una studentessa morta nella strage del liceo di Parkland, per la Virginia il padre dell’eroe di guerra musulmano-americano insultato da Trump, per New York tre infermiere.

PORTORICO HA DATO le preferenze in spagnolo, Washington ha salutato prima in giapponese, così come hanno salutato nella lingua navajo dal New Mexico, dando il quadro di un’America multi etnica, multi linguistica, diversa, inclusiva, reale, da contrapporre alla sfilza di maschi bianchi anziani che rappresentano il partito repubblicano.

E sembra proprio la base del Gop ad essere il referente principale di questa convention democratica che martedì sera, dopo aver ospitato l’ex governatore repubblicano dell’Ohio, John Kasich, ha ospitato un altro alto papavero del partito opposto, Colin Powell, segretario di Stato di George W. Bush. Powell aveva già dato il suo endorsement ad Obama per due volte, ma non aveva mai preso parte a una convention democratica, mossa simbolicamente pesantissima.

BIDEN HA RICEVUTO anche l’endorsement della vedova del senatore repubblicano dell’Arizona John McCain, e l’amicizia e collaborazione tra i due è stata celebrata in un video dai toni un po’ troppo lirici per chi da democratico ha già deciso che comunque vadano le cose voterà per Biden, ma perfetti per chi, da repubblicano, deve decidere di votare contro Trump. Se nel primo giorno Sanders e Michelle Obama hanno fatto appello alla sinistra del partito e agli afroamericani a non snobbare ideologicamente Biden o a dare la sua vittoria per scontata, nella seconda giornata si è voluto parlare alla base degli oppositori, per ricordare che il partito repubblicano di Trump non è il partito al quale sono legati.

IL TEMA DI MARTEDÌ sera era la leadership e sul palco virtuale si sono avvicendati ex presidenti e figure di riferimento democratiche. «Se volete alla Casa Bianca un uomo che passa ore a guardare la tv e insultare gente sui social media, Trump è il vostro uomo – ha detto Bill Clinton – Il nostro partito è unito nell’offrirvi una scelta molto diversa: un presidente che va al lavoro, un uomo semplice, che porta a termine quello che fa, che unisce, e non divide».

Questo ritratto di Biden è stato tratteggiato anche dai coniugi Carter, 92 e 95 anni, che hanno inviato un file audio. Jimmy Carter è probabilmente più amato e rispettato in modo bipartisan e continua a battersi per il diritto alla casa, a un minimo sindacale adeguato i diritti sociali di tutti gli americani, nonostante l’età ed un tumore.

IL SECONDO GIORNO di convention si è svolto dopo che il direttore generale delle poste, Louis DeJoy, aveva rimandato a dopo le elezioni i cambiamenti per rallentare la posta in vista della notte elettorale. Questa è una vittoria dei democratici ma dei danni sono già stati fatti.
Non è chiaro se i cambiamenti che il servizio postale degli Stati Uniti ha già intrapreso potranno essere risolti per il giorno delle elezioni.