Cinque giorni prima del vertice sulla gestione dei migranti nell’ufficio del cancelliere Scholz, i due ministri-chiave della Germania si schierano pubblicamente a favore del giro di vite sulla politica di asilo dell’Ue.

A Berlino, esattamente come a Roma, la parola d’ordine è: «inasprire le attuali regole per limitare l’arrivo di rifugiati». Lo hanno spiegato ieri Christian Lindner, ministro delle Finanze e leader del partito liberale, e Nancy Faeser, ministra dell’Interno della Spd, con due interviste stereofoniche rilasciate rispettivamente al canale “Ntv” e al quotidiano confindustriale “Handelsblatt”.

«Garantiremo l’identificazione, la registrazione e uno screening affidabile dei migranti già alle frontiere esterne dell’Ue. A riguardo l’accordo fra gli Stati membri sul regolamento di controllo rappresenta una svolta fondamentale» sottolinea Faeser mentre il collega ministro preannuncia il Sì di Berlino alla costruzione del muro intorno alla Fortezza-Europa: «Dobbiamo riconsiderare la protezione fisica dei confini esterni. Per esempio, con l’erezione di una recinzione. Questa barriera potrebbe sorgere in concomitanza della legge per facilitare l’immigrazione umanitaria e qualificata» riassume Lindner con termini fino a ieri utilizzati dall’opposizione Cdu-Csu e dall’ultra-destra di Afd, ossia dal primo partito a livello nazionale nei sondaggi e dai populisti che ormai hanno superato i Verdi, terza forza della coalizione Semaforo.

«È il via libera del governo Scholz alla creazione di lager disumani come quello di Moria» denuncia la Linke non solo con la nota formale. Il 10 maggio il governatore della Turingia, Bodo Ramelow, sarà al summit sui migranti alla cancelleria federale con la controproposta all’inasprimento: «Riconoscere in modo generalizzato tutti i rifugiati arrivati in Germania a partire dal 2014 se hanno vissuto qui per almeno tre anni. Bisogna smontare la trappola burocratica dell’asilo come il sistema dei rimpatri. Se si vuole riformare l’accoglienza allora conviene integrare i richiedenti direttamente nel mercato di lavoro. In Turingia abbiamo 9.500 giovani tra 16 e 25 anni; sono residenti da anni eppure non possono lavorare» ricorda l’unico presidente di Land della Sinistra.
Svelando il nocciolo del problema irrisolvibile con il giro di vite immaginato dalla ministra Spd intenzionata a incardinare le future procedure di asilo con le espulsioni-rapide per chi non ha le carte in regola.

«Per adesso stiamo negoziando come agire alle frontiere esterne dell’Ue. L’obiettivo è decidere in tempi brevi sulla concessione della protezione a chi ha scarse prospettive di ottenere asilo. In futuro i respinti potranno essere rimpatriati già dagli hub alle frontiere esterne dell’Unione» è il progetto dichiarato da Faeser. In buona sostanza si tratta di respingimento collettivo mascherato da selezione di singoli casi, in nome della “ratio” indiscutibile nel governo Scholz: «Aumentare i controlli alle frontiere è necessario perché la protezione delle frontiere esterne dell’Ue non funziona in modo adeguato» chiosa la ministra socialdemocratica.