Berdini: «Roma pubblica ed ecologica»
Campidoglio L’urbanista ed ex assessore scende in campo
Campidoglio L’urbanista ed ex assessore scende in campo
Paolo Berdini, urbanista ed ex assessore nella giunta di Virginia Raggi, annuncia la sua candidatura a sindaco di Roma. Lo sostengono Rifondazione comunista, il Pci, alcuni soggetti ecologisti, comitati e pezzi della cultura socialista. Venerdì 18 giugno, al circolo Arci di via del Frantoio al Tiburtino, ci sarà la presentazione della candidatura. «Norma Rangeri nel suo editoriale sul manifesto di ieri si chiede come è possibile che di fronte a un’offensiva di destra inedita la sinistra non esista più, visto che il Pd ha occupato gli spazi del centro di governo – sostiene Berdini – Ecco: manca uno schieramento di sinistra, forse da Roma che è la capitale può arrivare un segnale in questo senso».
Diranno che aiuta le destre.
C’è il doppio turno. Ci sarà il tempo per ragionare e per ottenere quei segnali di apertura politica che a oggi non son mai venuti. Il Pd viaggia al massimo attorno a un consenso del 20%, avrebbe bisogno come l’aria di nuove forze.
Il M5S ha fallito a Roma?
Dopo cinque anni di paralisi, mi pare evidente che quelli del Movimento 5 Stelle non volevano cambiare la città. È necessario che lo faccia una sinistra che guarda all’uguaglianza e che cerchi di rimettere in moto l’ascensore sociale. Mi pare che nel M5S ci siano poche sensibilità in questo senso, se non in fette del loro elettorato.
Eppure Raggi è stata eletta col voto delle periferie.
Sono state occultate, nonostante il consenso che le hanno tributato. Non c’è stato nessun intervento degno di questo nome. Lo diceva anche Nichi Vendola al manifesto: ci sono cose che il mercato non può fare. Solo il pubblico può risanare quello che il mercato non riconosce neppure.
La situazione attuale è figlia anche delle amministrazioni di centrosinistra?
Il centrosinistra ha accettato la cultura neoliberale. Nel 2003, quando è stato fatto il Piano regolatore, c’era ancora un momento di effervescenza immobiliare e hanno pensato di cavalcare la tigre. La crisi del 2008 ha dimostrato che queste politiche non stanno insieme: ecco perché dico che bisogna tornare al pubblico.
La sinistra è frammentata.
Nonostante le divisioni e il tempo perduto, Roma potrebbe essere un campo di azione che riunifica tutte le forze a sinistra del Pd.
Ha scritto che Roma è una città tecnicamente fallita.
È così. Non va in bancarotta solo per motivi politici. Penso però che la sinistra possa incarnare un’idea di aiuto dello stato senza assistenzialismo. Non c’è un’idea sul futuro di questa città, invece bisogna che diventi il cuore della sperimentazione dell’ecologia integrale.
Da dove comincerà la campagna elettorale?
Dalle periferie. Lì c’è il cuore della Roma del futuro: nuove linee del tram, il welfare , le scuole come luogo di accoglienza dei bambini.
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