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Bennie Thompson: «Nessuna incriminazione per Donald Trump»

Bennie Thompson: «Nessuna incriminazione per Donald Trump»

Stati uniti Le dichiarazioni del presidente del Comitato d'inchiesta del 6 gennaio spaccano il gruppo di deputati

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 15 giugno 2022

Il presidente della Commissione della Camera Usa che indaga sull’assalto al Campidoglio del 6 gennaio, Bennie Thompson, ha dichiarato ai giornalisti che la commissione non ha intenzione di chiedere la persecuzione penale di Donald Trumpdaparte dek Dipartimento di Giustizia. Suscitando non poche reazioni da parte degli altri membri del comitato che si sono detti in netto disaccordo: emergono così le divisioni interne sulla gestione delle potenziali incriminazioni di Trump e la sua cerchia. La stessa vice presidente della Commissione, la repubblicana Liz Cheney, ha preso le distanze dalle dichiarazioni di Thompson: «La Commissione ristretta del 6 gennaio non ha raggiunto una conclusione in merito a potenziali deferimenti criminali. Annunceremo una decisione al riguardo al momento opportuno».

Di certo la dichiarazione di Thompson, arrivata dopo la seconda delle 6 udienze pubbliche, è un po’ prematura, visto la portata delle testimonianze e le fonti che le stanno producendo. Figlia e genero di Trump, così come i più stretti collaboratori dell’ex presidente, hanno riferito che The Donald sapeva di aver perso le elezioni, in quanto gli era stato detto in dozzine di occasioni, e che non solo si è rifiutato di accettarlo, ma ha sempre e consapevolmente spinto le varie teorie del complotto sulle elezioni rubate e truccate dai democratici per fomentare la base più radicale del partito repubblicano.

Un po’ diversa la testimonianza dell’ex procuratore generale William Barr, che ha descritto Trump come «distaccato dalla realtà, senza alcun per i fatti reali». A sottolineare la dichiarazione di Barr è arrivata Cheney, che a inizio udienza ha parlato di come la notte elettorale Trump abbia preferito ignorare i consigli del suo staff, preferendo quelli «del suo avvocato, un ubriaco Rudy Giuliani».

In risposta, Trump ha scritto una dichiarazione di 12 pagine con tanto di note a piè di testo, in cui ripete le stesse affermazioni per cui ora è sotto accusa: le elezioni sarebbero state vinte da lui e poi rubate da Biden, e l’indagine ha il solo scopo di impedirgli di candidarsi di nuovo alla presidenza.
Nella dichiarazione rilasciata attraverso il suo Save America Pac, Trump ancora una volta ha definito il comitato ristretto della Camera una kangaroo court (tribunale illegale), senza «eguale rappresentanza» di repubblicani e democratici.

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