Batosta per il governo Scholz. In Assia e Baviera boom AfD
Germania I democristiani dell’Union si confermano alla guida di entrambi i Land-chiave. Esulta l’ultra destra di Alice Weidel, candidata cancelliera alle prossime elezioni
Germania I democristiani dell’Union si confermano alla guida di entrambi i Land-chiave. Esulta l’ultra destra di Alice Weidel, candidata cancelliera alle prossime elezioni
Dopo il voto in Assia e Baviera, che domenica scorsa ha sancito il boom dell’estrema destra nel doppio formato di Alternative für Deutschland e Liberi Elettori, Olaf Scholz prova a rimettere insieme i cocci delle tre luci della coalizione Semaforo uscita smontata dalle urne.
LA PRIMA PREOCCUPAZIONE del cancelliere ieri mattina è stata di confermare pubblicamente a capo del ministero dell’Interno Nancy Faeser, candidata governatrice della Spd in Assia, responsabile della peggiore sconfitta della storia del partito nel Land con capitale Wiesbaden: (15,1%, – 4,7% rispetto al 2018) fa il brutto paio con l’ 8,4% raccolto in Baviera (- 1,3%).
I Verdi, reduci del peggior calo di consenso fra tutti i partiti, si sono invece rifugiati nel record del «secondo miglior risultato della storia in entrambi gli Stati» (14,4%, – 3,2 in Baviera e 14,8%, -5% in Assia) vantandolo però solamente sui social: nel quartier generale dei Gruenen le facce restano più cupe che mai e ci si interroga su come rialzarsi dopo un tale tonfo.
Mentre è proprio impossibile nascondere il duplice disastro dei liberali guidati dal ministro delle Finanze, Christian Lindner: in Assia ha perso ben un elettore su tre e a Monaco ha dovuto incassare «il giorno più nero» che costa a Fdp l’esclusione dal Parlamento locale.
Molto male anche la Linke, per la prima volta fuori dai giochi politici in ambedue le regioni della Germania Ovest: in Baviera non supera l’1,5% (-1,8 rispetto al 2018) e soprattutto la storica avversione degli elettori nei confronti della sinistra; in Assia invece la sconfitta si tramuta nel dimezzamento che provoca la storica uscita dal Landtag dopo quindici anni di permanenza avendo raccolto solo il 3,1% (-3,2%).
Festeggiano con la ragione dei numeri chiari, tondi e incontestabili i democristiani dell’Union. Si confermano alla guida di entrambi i Land-chiave dove vive quasi un quarto della popolazione della Bundesrepublik. Nonostante in Assia la vittoria della Cdu coincida in realtà con il trionfo personale di Boris Rhein, premier uscente rieletto a furor di popolo (34,6%, +7,6) mentre in Baviera la Csu ha vinto le elezioni come solito ma conquistando solamente il 37% (- 0,2%) e subendo la sistematica emorragia di voti volati in massa – come prova l’analisi dei flussi elettorali di Der Spiegel – verso l’ultra destra di Afd cresciuta fino al 18,4% in Assia (+5,3) e fino al 14,6% (+4,4) in Baviera e verso gli ultra-populisti bavaresi dei Freie Wähler arrivati fino al 15,8% (+4,2) che significa l’assicurazione del posto anche nel futuro governo con il premier Csu Markus Soeder di cui ieri sono già iniziate le trattative.
CHI PUÒ RIDERE pienamente è solo Alice Weidel, segreteria di Afd e candidata-cancelliera alle prossime elezioni federali. Conclusa la ferocissima campagna elettorale incentrata sull’«invasione dei migranti» e la «rovina economica della Germania» perseguita da Berlino e Bruxelles, da ieri veste i panni di moderata: «Nel corso di questi anni siamo riusciti a convincere sempre più persone delle nostre politiche liberali» è la sua dichiarazione post-voto.
Oggi Afd è il secondo partito nei due Stati e anche a livello nazionale. Resta isolato dai governi locali solo finché resiste il patto democratico fra tutti gli altri partiti per l’esclusione dei fascio-populisti da qualunque coalizione. È il vero insormontabile ostacolo sulla strada di Alice Weidel che domenica ha certamente vinto il voto ma anche perso una battaglia della sua guerra contro i migranti
IL MINISTERO DEGLI ESTERI tedesco ha dichiarato come «le notizie riportate dai media (la Bild, ndr) secondo cui il governo federale avrebbe intenzione di interrompere i finanziamenti alle Ong che gestiscono le imbarcazioni di salvataggio dei migranti nel Mediterraneo sono false».
Sempre dal dicastero di Annalena Baerbock fanno sapere che «le speculazioni sul ritiro a seguito delle critiche mosse dall’Italia» si erano intensificate quando non si era trovata traccia dei fondi nella bozza di bilancio per il 2024; invece si è trattato solo di «una svista tecnica» mentre «erano già in corso i piani per rimediare con l’aggiunta della promozione dei salvataggi in mare insieme al Bundestag nel budget dal 2024 al 2026».
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