«Basta morti in mare». L’arbitro non ci sta e fischia la squalifica
Quello striscione «non s’ha da mostrare». Poco importa che fosse un omaggio alle vittime di Cutro: vengono prima i regolamenti, poi i buoni sentimenti. River Negrone contro Athletic Brighela, partita del 18esimo turno del girone B del campionato di Terza Categoria: si gioca in provincia di Bergamo. La squadra ospite, prima del calcio di inizio, decide di esporre uno striscione per sensibilizzare l’opinione pubblica contro le morti in mare, a poco più di dieci giorni dal naufragio sulla costa calabrese: «Cimitero Mediterraneo. Basta morti in mare», è scritto su un lenzuolo bianco, delle stesse dimensioni dei lenzuoli bianchi utilizzati dalla Guardia Costiera per recuperare i corpi dei migranti che il mare ha restituito nel corso dei giorni. Un pensiero nobile. Uno di quei pensieri che spesso il calcio non ha saputo esprimere su temi di vita “reale”.
La presa di posizione però si scontra con l’arbitro della partita: l’esposizione di quello striscione non era stata autorizzata dal direttore di gara e quindi sono arrivate addirittura le sanzioni per la squadra dilettantistica bergamasca, colpevole di aver «disatteso» le indicazioni del fischietto di gara: oltre all’ammenda alla società, 550 euro, il capitano Pietro Rota – che aveva fatto richiesta all’arbitro per mostrare lo striscione – è stato squalificato dal giudice sportivo fino al 23 aprile e un’altra inibizione ha raggiunto anche il dirigente accompagnatore e allenatore del Brighela, Luigi Cattaneo.
Il Brighela, tra l’altro, ha anche perduto la partita (5-1) ma è stato centrato il risultato più importante: come si legge sulla pagina Facebook della squadra: «L’obiettivo della società è stato quello di rimarcare la nostra posizione sulle questioni umane che da troppo stanno caratterizzando il nostro paese in modo negativo. Dopo quella che i nostri politici seguitano a chiamare “tragedia” ed è invece risultato di scelte ben precise, ribadiamo che noi non ci stiamo». E ancora: «Lo ripetiamo e continueremo a farlo: sempre dalla stessa parte, quella di chi lotta, quella che non riesce a restare indifferente, quella che rifiuta parole come ‘non dovevano partire’. Verità sul Mediterraneo». Game, set, match Brighela.
In ogni caso, la censura sul tema migranti in questi giorni non è prerogativa italiana. In Inghilterra uno dei miti del calcio britannico, il bomber degli anni ‘90 Gary Lineker, divenuto commentatore tv della Bbc, ieri è stato sospeso dalla conduzione di Match of the day per essersi duramente esposto contro le politiche discriminatorie sugli immigrati del governo Sunak. Lineker ha paragonato il linguaggio espresso dalla ministra dell’Interno Braverman per illustrare il nuovo piano contro l’immigrazione illegale a quello utilizzato dalla Germania nazista negli anni ’30. La tv britannica aveva richiamato Lineker ad assumersi le sue responsabilità, visto che le linee guida, soprattutto per quanto riguarda l’imparzialità dei giornalisti, sono molto rigide.
L’ex attaccante della nazionale inglese è uno abituato a dire quello che pensa: si è esposto nei mesi scorsi anche a favore del rispetto dei diritti umani, invitando al boicottaggio dei Mondiali in Qatar e ha anche invitato più volte i calciatori omosessuali a fare coming out.
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