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«Basta esercitazioni in Sardegna». Istanza di sospensione al Tar

«Basta esercitazioni in Sardegna». Istanza di sospensione al TarUna delle manifestazioni di A Foras in Sardegna

Dal 3 ottobre nei poligoni sardi sono riprese le esercitazioni militari, con un calendario che andrà avanti sino agli inizi della prossima estate

Pubblicato 12 mesi faEdizione del 6 ottobre 2023

Ci risiamo. Dal 3 ottobre nei poligoni sardi sono riprese le esercitazioni militari, con un calendario che andrà avanti sino agli inizi della prossima estate. E riparte la mobilitazione del fronte antimilitarista e ambientalista sardo. A fermare i giochi di guerra ci provano A Foras e il Gruppo di intervento giuridico, che hanno presentato al Tar della Sardegna un’istanza di sospensione delle esercitazioni giustificata dal fatto che, ancora una volta, il programma di addestramento è stato deciso dai vertici delle forze armate senza che prima sia stata effettuata la valutazione di impatto ambientale (Via) prevista per legge.

Due dei poligoni coinvolti, quello di Teulada e quello di Capo Frasca , comprendono entro i loro confini siti di importanza comunitaria (zone Sic) appartenenti alla Rete Natura 2000. «Le attività militari – spiega Stefano Deliperi, portavoce del Grig – devono, come qualsiasi altro intervento che possa arrecare danni ambientali, essere sottoposte per legge alla procedura di Via, per minimizzarne gli impatti e fissare eventuali misure di compensazione ambientale».

«Lo stesso ministero della Difesa – aggiunge Deliperi – ha sottolineato più volte l’importanza di svolgere assiduamente le operazioni di salvaguardia ambientale dei siti addestrativi. E le procedure di Via sono regolarmente svolte in diversi poligoni in altre regioni. In quelli sardi no. Perché? L’unica procedura attualmente in corso è quella relativa alla bonifica ambientale della cosiddetta penisola Delta, nella base di Teulada, dove, se non altro, vengono recuperati i residuati di esercitazione. Ma evidentemente non basta».

A Foras, una delle organizzazioni antibasi più attive, ieri mattina a Cagliari in conferenza stampa ha annunciato prossime iniziative di lotta contro le esercitazioni militari. «Per porre fine all’occupazione militare della Sardegna ci battiamo con ogni mezzo, con la marce davanti ai poligoni e con le leggi. Un recente ricorso al Tar contro le manovre belliche nella base di Torre Veneri in Puglia, autorizzate senza fare prima la Via, è stato vinto. Ci attendiamo che accada lo stesso in Sardegna. La nostra regione ospita il 60% di tutte le servitù militari italiane. Una situazione inaccettabile. Chiediamo di fermare le esercitazioni, ma anche di chiudere tutte le basi e di bonificarle per restituirle finalmente alle comunità».

L’iniziativa di A Foras e del Gruppo di intervento giuridico giunge dopo che nelle scorse settimane tutto il fronte ambientalista e antimilitarista sardo aveva duramente criticato il ministro della Difesa Crosetto, che aveva autorizzato il calendario di esercitazioni nell’isola 2023-2024 nonostante il parere negativo dei componenti non militari (di nomina della Regione Sardegna) del Comitato misto paritetico, un organismo tecnico in cui vertici militari e rappresentanti del consiglio regionale sardo decidono tempi e modalità dell’utilizzo delle basi.

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