Rush finale per il voto alle regionali della Basilicata: da qui a domenica arrivano i giorni in cui si mobilitano i leader di partito e i candidati stringono le ultime viti della macchina elettorale.

IERI ERA di scena Giuseppe Conte, che qui sostiene il candidato Piero Marrese, del Pd, e che deve per forza dare conto dello stato dell’arte delle alleanze. «Le formule non mi appassionano, mi interessano i progetti: qui c’è una proposta, con un candidato serio che ha una buona esperienza amministrativa», ha fatto sapere il leader dei 5 Stelle che ieri è stato a Melfi, dove sorge lo stabilimento Stellantis, e a Potenza. Oggi passerà da Pisticci per terminare il suo tour lucano a Matera, in piazza Vittorio Veneto.

ELLY SCHLEIN non sarà con lui, come annunciato da un paio di giorni. Si paleserà giovedì a Potenza, accanto a Marrese. Il quale alle sue iniziative sembra radunare più gente rispetto a Vito Bardi. Il candidato del campo largo appare più forte nel materano (a Matera c’è un sindaco del Movimento 5 Stelle) e cerca di recuperare proprio nella zona di Potenza, dove il sindaco è della Lega: quattro anni fa superò di un soffio il candidato di Basilicata Possibile, la lista legata al soggetto politico di Civati. Nel capoluogo si torna alle urne a giugno, insieme alle europee, e Conte non chiude la porte ad alleanze: «Ovviamente faremo le nostre valutazioni con quelli che sono stati i nostri compagni di viaggio in queste elezioni regionali in un rapporto paritario». Pierluigi Bersani, da queste parti negli ultimi due giorni, mette davanti l’ottimismo della volontà: «L’intesa tra Pd e Movimento 5 Stelle qui in Basilicata regge – dice l’ex segretario dem – Mi pare che la campagna elettorale abbia fatto dei passi avanti e che la gente abbia capito e stia capendo e quindi adesso siamo molto bene in pista. Ho visto un clima di riscossa».

I TRE LEADER della destra dovrebbero essere a Potenza venerdì. Meloni, Salvini e Tajani dovranno chiudere una campagna elettorale in cui il presidente uscente si è mosso con la cautela di chi si sente in vantaggio. «Bardi si sposta dalle sua casa di Posillipo solo quando c’è da accogliere un ministro del governo Meloni» dicono dalle parti del centrosinistra citando una gag dell’attore teatrale Ulderico Pesce, che da anni mette in scena le storie sociali della Regione. In effetti, alla spicciolata, i ministri sono venuti praticamente tutti («Tranne Daniela Santanchè», precisano con sarcasmo quelli dello staff di Marrese). C’è stata anche la ministra delle riforme Elisabetta Casellati, che alle ultime politiche si è fatta rieleggere al senato al collegio uninominale di Potenza 1: ha vinto facile, con le opposizioni divise. Ieri è stata la volta del ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara, presentatosi per una cerimonia para-istituzionale in un istituto comprensivo di Potenza, con tanto di truppe cammellate reclutate anche dalle classi delle scuole di infanzia (e il seguito di inevitabili polemiche sull’impiego strumentale dei bambini).

BARDI SI FA vedere poco perché è convinto che in fondo non gli serva. È Marrese che deve inseguire (e che ha cominciato la campagna elettorale in ritardo). Inoltre, sibilano i sensori sul territorio, l’ex generale della Guardia di finanza affida la raccolta del consenso al piccolo esercito dei suoi candidati: le sette liste della destra hanno in tutto quaranta aspiranti consiglieri regionali in più rispetto alle cinque (Pd, Basilicata casa comune, Avs-Psi, Basilicata possibile, Movimento 5 Stelle e Basilicata unita) che sostengono il contendente di centrosinistra.