Bambini obesi e poco attivi
Salute I «nostri» ragazzi sono tra i più sedentari in Europa. Mangiano male, giocano poco all’aperto, sono ipnotizzati dai tablet e stanno perdendo le capacità motorie di base. I colpevoli? I genitori, la scuola e città non ospitali
Salute I «nostri» ragazzi sono tra i più sedentari in Europa. Mangiano male, giocano poco all’aperto, sono ipnotizzati dai tablet e stanno perdendo le capacità motorie di base. I colpevoli? I genitori, la scuola e città non ospitali
I ragazzi italiani sono i più sedentari d’Europa, per numero di bambini obesi l’Italia è seconda solo alla Spagna. La denuncia del professor Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’Humanitas, è stata fatta nel corso del quinto congresso internazionale Healthy Lifespan – Positive nutrition, antinflammation diet, physical activity and sport svoltosi a Milano.
I DATI DELL’ OCSE DELINEANO UN QUADRO impietoso dell’Italia, che risulta all’ultimo posto in classifica per scarsa pratica di movimento dei ragazzi: il 94, 5% tra gli 11 e i 15 anni non raggiunge i livelli sufficienti di attività fisica rispetto ai loro coetanei europei. Non stanno meglio i bambini, che mangiano molto e male, quelli in sovrappeso sono il 19%, uno su cinque, mentre gli obesi sono il 9,8%. Dei pochi che fanno movimento, solo un bambino su tre svolge un’attività fisica appena una volta alla settimana. Una recente indagine svolta da Eurobarometro, l’istituto di indagine dell’Ue, evidenzia che i bambini italiani sono quelli che giocano meno all’aperto rispetto ai loro coetanei europei, nonostante il clima mediterraneo favorisca anche d’inverno l’attività ludica nelle aree pubbliche di gioco.
I GENITORI, OLTRE IL 45%, TROVANO più comodo lasciare i bambini davanti alla Tv o al tablet durante il tempo libero, in media oltre due ore al giorno, in fondo tra le mura di casa sono al sicuro e non danno alcun fastidio. Il risultato? Il 21% tra gli 8 e i 10 anni ha quasi perso le capacità motorie di base, come correre, saltare, fare capriole, che avevano i loro coetanei all’inizio degli anni Duemila.
IL SISTEMA SCOLASTICO ITALIANO nella scuola primaria prevede l’attività motoria solo per i bambini di quarta e quinta elementare, mentre gli altri sono esclusi. Perché non estendere il diritto a tutti gli alunni? Si vuole risparmiare sui bambini e si nega loro il diritto fondamentale all’attività ludico-motoria, riconosciuta dai pediatri e dagli psicologi di tutto il mondo come essenziale per un corretto sviluppo psicofisico e come occasione indispensabile per sviluppare rapporti sociali. Se non a scuola dove?
PER MIGLIAIA DI BAMBINI, INOLTRE, SVOLGERE un’ attività fisica o ludico-sportiva all’esterno dell’ambito scolastico è diventato proibitivo negli ultimi tempi, visti i costi elevati pagati dalle famiglie a causa della crisi economica, che colpisce soprattutto gli strati più deboli della popolazione. Si aggiunge, inoltre, il problema di un sistema sportivo di base a volte eccessivamente selettivo, che di fatto esclude i bambini che non hanno «doti» finalizzate alla vittoria, che tanto gratificano allenatori e genitori. All’interno di questo processo sportivo selettivo i «cicciottelli» sono i più penalizzati, dunque, per loro diventa più semplice stare davanti allo schermo della Tv o giocare con il tablet. La scuola, invece, potrebbe garantire a tutti il diritto al movimento attraverso l’attività ludico-motoria. E’ stato dimostrato da più parti che l’autonomia del movimento favorisce anche una maggiore autostima del bambino, il quale sarà incline a essere più autonomo rispetto ai genitori.
LA VITA SEDENTARIA ALLA QUALE VENGONO abituati i bambini italiani, unitamente alla cattiva alimentazione, ha come risultato un gran numero di bambini in sovrappeso e obesi che vanno incontro a malattie di vario genere come quelle di carattere cardiocircolatorio, respiratorio, il diabete 2, possono insorgere anche problemi di carattere ortopedico dovuti all’eccesso di peso. Chi è obeso da bambino, molto probabilmente lo sarà anche da adulto, i costi che pesano sulla collettività per questo genere di patologie sono di 13,34 miliardi di euro.
SE IN ITALIA CI SONO CIRCA 25 MILIONI di cittadini in sovrappeso, il problema è dovuto alla scarsa abitudine a svolgere attività fisica di qualsiasi genere, anche quelle più semplici come camminare, andare in bicicletta, fare footing, attività che diminuiscono la pressione arteriosa e il grasso addominale, se praticate con una certa continuità. La questione dell’eccesso di peso, però, non può essere circoscritta solamente alla mancanza di attività fisica. Il problema dell’educazione alimentare andrebbe affrontato innanzitutto a scuola con la presenza di esperti, coadiuvati da campagne informative su vasta scala. I primi a essere coinvolti dovrebbero essere i genitori dei bambini. La mancanza di educazione alimentare, infatti, spinge i genitori a non avere strumenti di valutazione, il 45% percepisce i figli obesi come normopesi, circa il 75% ritiene che le quantità di cibo assunto dai figli non siano eccessive. Il problema non riguarda solo l’Italia, nel mondo obesi e persone in sovrappeso sono un miliardo, un dato che nel 2035 riguarderà la metà della popolazione globale. Malattie dovute all’obesità provocano nel mondo 2,8 milioni di morti ogni anno, mentre in Italia si hanno 57 mila decessi all’anno.
CHE FARE DI FRONTE A UN QUADRO preoccupante e come stimolare i bambini e i ragazzi al movimento? Introdurre un’ora al giorno di educazione motoria in tutte le classi delle scuole elementari, come avviene in Francia e in altri Paesi europei, sarebbe il primo passo. Tenere aperti i cortili attrezzati ad aree giochi delle scuole materne ed elementari durante i week-end, come avviene in Germania. Nelle grandi e medie città si potrebbero ristrutturare a basso costo vecchi capannoni industriali o mercati coperti in disuso e adibirli ad aree di gioco, da utilizzare soprattutto durante l’inverno, come avviene in Danimarca, luoghi con angolo bar che rappresentano anche occasione di incontro tra i genitori. Basterebbe guardarsi intorno e proporre le buone pratiche realizzate già negli altri Paesi europei per arginare, almeno in parte, gli effetti deleteri, a volte anche con gravi ripercussioni psicologiche, che l’ eccesso di peso provoca sui bambini e i ragazzi. In Italia, invece, si preferisce pagare costi altissimi per la loro salute, piuttosto che intervenire alla radice e tentare di risolvere il problema.
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