Passa alla Camera il ddl di riforma della legge Cartabia sulla prescrizione. Il provvedimento ripristina la prescrizione sostanziale rispetto a quella processuale, e prevede uno stop per 24 mesi dopo la condanna in primo grado e per 12 mesi dopo l’Appello. Se la sentenza non arriva nei tempi previsti, la prescrizione riprende a decorrere e si calcola anche il periodo in cui è rimasta sospesa. La maggioranza, in prima istanza, ha respinto l’emendamento del Pd Giustizia Federico Gianassi sul ritorno in commissione della proposta di legge attualmente all’esame dell’aula. Poi ad essere bocciato è stato l’emendamento del M5s alla proposta di legge sulla prescrizione che di fatto «recepisce la richiesta di Nordio di far decorrere il tempo della prescrizione dal giorno dell’iscrizione della notizia di reato» e non più dal momento della commissione del fatto.

Gianassi si è presto reso conto della contraddizione e, nel suo intervento, ha duramente attaccato il governo. Il sottosegretario Andrea Delmastro, però, ha confermato il suo parere negativo. «La maggioranza e Delmastro – dice Gianassi – hanno contraddetto in questo modo quanto dichiarato pubblicamente dal ministro della Giustizia. Davvero surreale».

Sempre Delmastro, ieri, ha annunciato un esteso monitoraggio a tredici procure italiane per verificare il rispetto della normativa che che regola la presunzione di innocenza, comprese le indicazioni sulle conferenze stampa (per esempio lasciando le inchieste senza nomi evocativi). Le procure interessate sono quelle di Avellino, Brescia, Cagliari, Ferrara, Catanzaro, Frosinone, Livorno, Latina, Torino, Rimini, Rovigo, Tempio Pausania e Vercelli.

«Sin dal primo momento della illustrazione del piano per la riforma della giustizia – ha detto Delmastro – da parte di questo ministero abbiamo posto in rilievo la fondamentale necessità di rivedere completamente la disciplina della segretezza degli atti istruttori e, in particolare, delle intercettazioni». Secondo Delmastro il governo è impegnato a «garantire la presunzione d’innocenza, evitare la spettacolarizzazione mediatica, che tanto male ha fatto alla stessa percezione che i cittadini hanno della giustizia» e ha parlato della «necessità di rivedere completamente la disciplina degli atti istruttori con particolare attenzione alle intercettazioni». Delmastro ha anche ricordato come sia stato ampliato «l’obbligo di vigilanza del pm anche sui brogliacci» e sia stato stabilito «il dovere del giudice di stralciare tutto ciò che riguarda i terzi» vietando che si indichino «i loro dati». «In sede di emendamenti – ha detto ancora il sottosegretario – si è previsto il divieto di pubblicazione integrale o per estratto del testo dell’ordinanza di custodia cautelare». Anche se “il diritto di difesa deve essere però contemperato con il diritto ad essere informati».