Dell’Alleanza della Repubblica, la coalizione di cinque partiti che propone come candidato presidente l’attuale, Recep Tayyip Erdogan, tre di questi spiccano per la loro linea politica decisamente fondamentalista. Il Partito della Grande Unione (Bbp), formazione nazionalista e conservatrice, dal 1993 porta avanti un’ideologia panturchista e islamista.

IL PARTITO della Rifondazione del Benessere (Yrp) invece è la new age dello storico partito fondamentalista Refah e in questa tornata elettorale promette una «capillare lotta contro l’omosessualità» e la riscrittura della legge 6284 contro la violenza sulle donne, con l’intento di «difendere la famiglia».

In quest’alleanza, infine, troviamo il Partito della Libera Causa (HudaPar), con un programma elettorale pieno di riferimenti coranici, proposte per rendere più religioso il sistema scolastico e dare un tocco religioso alla Costituzione. Un governo che in questi venti anni si è dimostrato sempre sessista, fondamentalista e omotransfobico non avrebbe potuto trovare altri compagni.

La sua pagella è piena di brutti ricordi: dalle parole d’odio pronunciate ogni giorno in questi ultimi venti anni, fino all’aumento dei femminicidi, dall’uscita dalla Convenzione di Istanbul contro la violenza di genere fino al rifiuto della parità tra donne e uomini, dalle bastonate al Pride e per l’8 marzo fino al divieto delle attività delle associazioni Lgbtqi+.

ANCHE FUORI dal mondo dei partiti, l’Alleanza della Repubblica riceve il sostegno delle realtà religiose sparpagliate in Turchia e che controllano una certa forza economica, clericale, sociale e anche alcuni apparati del sistema burocratico.

In prima linea vediamo la comunità religiosa di Menzil. Una realtà che nasce negli anni ’70 e cresce nel mondo dell’istruzione e dell’imprenditoria; dal turismo alla sanità, dai media all’editoria. Il giornalista turco Saygi Ozturk, nel suo ultimo libro Le due facce di una comunità religiosa – Menzil, racconta di come questa realtà sia riuscita a inserire suoi uomini nel corpo della polizia, nei servizi segreti e nel ministero della Sanità.

In un comunicato stampa firmato da una serie di associazioni e fondazioni affiliate a Menzil è stato espresso il sostegno della comunità per la candidatura di Erdogan. Pochi giorni dopo, il 26 aprile, Menzil è stata premiata dallo stesso presidente per il suo impegno nelle zone colpite dal terremoto dello scorso febbraio.

Una delle comunità religiose più vecchia sul territorio è Iskenderpasa: nasce in epoca ottomana e continua a crescere con l’avvento della repubblica. Ha sempre avuto dei diretti contatti con i politici di destra e oggi sostiene ufficialmente la candidatura di Erdogan. La comunicazione è stata data direttamente dal suo leader, Muharrem Nureddin, in un intervento pubblico il 31 marzo.

È arrivato il messaggio di sostegno anche della comunità di Ismailaga, conosciuta come la cassaforte del partito di Erdogan e suo storico sostegno politico. Il giornalista turco Burak Unveren, in un suo articolo di approfondimento preparato per la redazione inglese di Deutsche Welle, nel 2022 dimostrava in modo chiaro il collegamento tra queste due realtà. La comunità di Ismailaga nel 2022 era finita al centro di un grande scandalo legale legato a un caso di pedofilia dove fu coinvolto come imputato uno dei suoi dirigenti più importanti, Yusul Ziya Gumusel.

FORSE IN CAMBIO di questo importante sostegno, il presidente Erdogan, con un decreto firmato direttamente da lui nel mese di aprile, ha inserito una serie di associazioni e fondazioni di «beneficenza» nella lista di quelle che possono raccogliere donazioni senza autorizzazione. Tra i nomi figurano la Fondazione di Hizmet e Ilim della Moschea di Ismailaga.

Queste notizie ovviamente hanno trovato spazio anche nei media in Turchia. Il 17 marzo il quotidiano Cumhuriyet, ha pubblicato un articolo dal titolo Le realtà contro la laicità dello Stato si uniscono nell’Alleanza della Repubblica, firmato dal giornalista Sefa Uyar. In pochi giorni l’Autorità dell’Informazione e delle Tecnologie di Comunicazione (Btk) ha deciso di impedire l’accesso a questo articolo sul sito del giornale.

Il partito al governo, Akp, guidato dall’attuale presidente, in tutta la sua carriera è stata sempre una formazione fondamentalista. I suoi vecchi e nuovi alleati non fanno che confermarlo.