Aysenur, la Turchia vuole portare il suo caso a L’Aja
Palestina Rientrata la salma dell'attivista turco-statunitense uccisa a Nablus. La prima autopsia smentisce la tesi del colpo di rimbalzo: è opera di un cecchino
Palestina Rientrata la salma dell'attivista turco-statunitense uccisa a Nablus. La prima autopsia smentisce la tesi del colpo di rimbalzo: è opera di un cecchino
Quando venerdì scorso è giunta la notizia dell’uccisione in Cisgiordania della giovane attivista turco-statunitense Aysenur Ezgi Eygi, in tanti sono tornati con la mente a Rafah, 2003, e al bulldozer israelianoche schiacciò un’altra ragazza americana, Rachel Corrie. Due giorni fa i genitori Cindy e Craig Corrie al Guardian hanno espresso la loro vicinanza ai familiari di Aysenur: «Ti senti di nuovo fatto a pezzi quando sai che la stessa cosa sta accadendo a un’altra famiglia… Ci sono così tante similitudini».
Ieri la salma di Eygi è arrivata in Turchia per la sepoltura. Prima a Istanbul, in aereo, poi nella cittadina di origine della famiglia, Didim, sulla costa occidentale turca. È qui che è stata accolta dai genitori, dai nonni e dalla comunità. Ankara ha fatto della sua storia una bandiera, sebbene di fatto i rapporti con Israele – militari e commerciali – non siano mai venuti meno. Ieri il governo ha annunciato che raccoglierà prove sulla sua uccisione nel villaggio di Beita per mano di un cecchino israeliano e le porterà alla Corte internazionale di Giustizia, dove è in corso l’indagine contro Israele per genocidio aperta dal ricorso sudafricano. Ed è di ieri anche la pubblicazione di una prima autopsia, condotta dal comitato medico palestinese dell’Autorità nazionale di Ramallah, secondo cui la 26enne è stata colpita con un colpo diretto alla testa.
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Aysenur come Rachel uccisa senza motivo. Jenin è libera, per oraNon si sarebbe trattato dunque, come sostiene Israele, di un colpo di rimbalzo e di un «atto non intenzionale». La stessa versione è stata abbracciata dagli Stati uniti, paese di cui Eygi aveva la cittadinanza, che pur condannando l’omicidio non ha chiesto indagini indipendenti. Secondo l’autopsia, rivista anche da esperti indipendenti, i danni al cranio, la dimensione del foro d’entrata e la traiettoria dello sparo indicano un colpo diretto, partito da un’arma più sofisticata di un semplice fucile, vista la presenza di frammenti di proiettile.
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