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Avvocati in trincea, storie nell’America di Trump

Avvocati in trincea, storie nell’America di Trump

Televisione Seconda stagione su Tim per «The Good Fight», tredici episodi dove lo studio di avvocati riflette sul paese dopo il cambio alla Casa Bianca

Pubblicato circa 6 anni faEdizione del 20 settembre 2018

Nata come spin-off di The Good Wife, The Good fight -prodotta dalla Cbs e in Italia esclusiva Tim – mette al centro del plot pur concedendosi altri notevoli sbocchi narrativi, uno dei personaggi portanti della serie (chiusa nel 2016), l’avvocato Diane Lockhart alias Christine Baranski. E se nei primi episodi uno scandalo finanziario l’aveva messa sul lastrico proprio alla vigilia di una dorata pensione, costringendola a continuare il lavoro presso uno studio legale in ascesa gestito da soci afroamerican, ora Diane è a una svolta. Nella seconda stagione –  ancor più brillante della prima – gli sceneggiatori trasfigurano nei tredici nuovi episodi vicende specchio dell’America subito dopo l’insediamento di Trump, dove Diane perde le sue certezze travolta da una realtà folle da cui evade gioiosamente con l’aiuto di droghe chimiche. Tra populismi aggressivi e liberal in totale confusione, l’informazione fa una pessima figura. Da social network fomentatori di odio a giornalisti che diffondono notizie senza controllo editoriale, gli autori raccontano i rischi di un paese che si scopre fragilissimo. Intorno a Christine Baranski un cast senza sbavature: Sarah Steele, Nyambi Nyambi e Michael Boatman su tutti. Già commissionata una terza stagione.

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