Deve ancora metabolizzare quel che è successo, ma di una cosa è certa: il risultato è frutto di un lavoro collettivo sul territorio – trasversale e intergenerazionale – che ha ridato un senso al fare politica. Alice Ravinale, fino a pochi giorni fa capogruppo di Sinistra ecologista in Comune e ora consigliera regionale per Avs, ha fatto il pieno di preferenze: 8.272. Avs ha conquistato il 6,5% in Piemonte, l’11% nel capoluogo, portando a Palazzo Lascaris tre consigliere (con Valentina Cera e Giulia Marro).

Ravinale, come spiega il risultato di Avs?
Penso che sia stata percepita come un progetto politico di respiro nazionale ed europeo, con un’idea di mondo credibile e attenta a questioni sociali fondamentali. Unici a chiedere una patrimoniale come strumento di giustizia e ad avere una posizione chiara sulla crisi climatica. L’appoggio giovanile parte dal coinvolgimento stesso dei giovani anche come rappresentanti istituzionali, penso a Sara Diena mia compagna di banco in Comune o al risultato alle europee di Benedetta Scuderi. Il mio è un successo collettivo, faccio parte di una comunità che fa un lavoro alla «vecchia maniera»: discutendo, elaborando e stando bene insieme. Hanno pagato, a Torino, le nostre posizioni sulla Palestina, aver difeso attivisti manganellati, aver tenuto il punto contro lo sgombero di Askatasuna e l’esserci occupati di Mirafiori.

A Torino è la seconda più votata, uno dei temi emersi è stata la spaccatura tra centro e periferia. È una ferita che si sta rimarginando?
Non ci potranno più definire la «sinistra Ztl», che non siamo. I dati incoraggianti raggiunti a Barriera di Milano come alle Vallette e a Mirafiori dimostrano l’importanza di essere presenti in quei territori. Non tutte le persone sono contente di avere l’esercito in strada a Barriera, la vera sicurezza è quella sociale. L’avanzamento della bonifica della Thyssen, nella circoscrizione 5, è frutto del dialogo con i cittadini.

Il Piemonte vive una crisi industriale. Cosa dovrebbe fare l’amministrazione regionale?
I sindacati hanno fatto emergere l’allarmante monte ore di cassa raggiunto nel mese di aprile, 3milioni e 700mila, che significa salario ridotto di un terzo. La Regione deve farsi carico di un sostegno al reddito per le persone in cig di Mirafiori e indotto. La promessa di Stellantis per la linea elettrica della 500 è destinata a partire dal 2026. Inoltre, si investa sulla formazione professionale per accompagnare il percorso di conversione ecologica in cui il Piemonte è in ritardo.

La sanità vale l’80% del bilancio regionale, il centrodestra ha favorito il privato.
Cercheremo di rendere chiaro a tutti che lo sfascio della sanità pubblica non è caduto dal cielo, ma per precise scelte di investimento che ora favoriscono il privato e le assicurazioni. Chiederemo di investire sul personale sanitario, sempre più precario e scoraggiato. Mancano infermieri.

Elette tre donne. Quanto è importante portare una prospettiva di genere, femminista, nella regione che con il fondo «Vita nascente» ha piazzato nei consultori le associazioni antiabortiste?
Saremo la spina nel fianco dell’assessore Marrone (ha preso meno voti di Ravinale a Torino ndr), che ha investito due milioni e mezzo per le associazioni antiabortiste. Porteremo fieramente avanti politiche femministe di cui beneficeranno tutte e tutti.